Persone che timbrano cartellini, ma non sono in ufficio. Altre che, seppure in divisa, hanno comportamenti poco decorosi e poco consoni al ruolo di forza dell’ordine. Una situazione che ha mandato su tutte le furie il comandante della polizia municipale di Parma, Giovanni Maria Jacobazzi, ex carabiniere e amante del rispetto delle regole e della formalità. Tanto da fargli arrivare ad emettere 8 provvedimenti disciplinari contro i suoi uomini, più precisamente 6 agenti e 2 ispettori, colpevoli di mancanze professionali e di assenteismo prolungato nel tempo. Ecco l’ennesimo scandalo che coinvolge la polizia municipale dopo il pestaggio ai danni di Emmanuel Bonsu, il giovane ghanese scambiato per uno spacciatore al parco Falcone e Borsellino di Parma.
La nomina di Jacobazzi arrivò proprio dopo il caso Bonsu e in quell’occasione il comandante aveva già dimostrato di avere il polso rigido. L’episodio allora comportò 11 procedimenti disciplinari nei confronti di altrettanti agenti implicati nella vicenda, con immediato trasferimento dei vigili ad altre masioni. Ma se l’ex carabiniere scelse la punizione per i vigili coinvolti, non lo fece e non lo sta ancora facendo per niente il Comune di Parma: nonostante i provvedimenti disciplinari e il processo, in cui il Comune è anche parte civile contro i vigili coinvolti, 10 imputati sono ancora a libro paga del Comune.
Oggi Jacobazzi ci riprova con un altro giro di vite su alcuni dipendenti, che si sono visti colpiti da richiami verbali fino ad oltre 20 giorni di sospensione dal servizio. Proprio coloro che hanno ricevuto una sospensione hanno presentato ricorso al giudice del lavoro, il quale ha però rigettato la richiesta. Il bilancio è stato reso noto dall’ amministrazione comunale: otto pratiche disciplinari firmate da Jacobazzi negli ultimi otto mesi (sei nel 2011 e due nel 2010) nei confronti di due ispettori e sei agenti della Municipale, ritenuti colpevoli di diverse mancanze professionali durante l’orario di servizio e un assenteismo prolungato.
“Quando una persona porta una divisa ci si aspetta sempre grande professionalità, senso del dovere e rispetto dei compiti affidati – sottolinea Jacobazzi – Sono purtroppo dovuto intervenire in maniera decisa per correggere il comportamento di alcuni agenti, che stridevano con i valori e la tradizione che caratterizzano il Corpo della Municipale di Parma e quello della stragrande maggioranza dei vigili in servizio. Il segnale che ho voluto mandare è che chi lavora al servizio del cittadino deve lui, per primo, mostrare disponibilità, etica del lavoro e correttezza”. Un segnale, però, che il Comune ha dimostrato più volte di non voler dare ai propri dipendenti, come dimostra l’interrogazione presentata circa un anno fa dalla consigliera comunale di Altra Politica e Altri Valori di Parma, Gabriella Biacchi. All’epoca, infatti, un dipendente comunale era stato colpito da sanzioni disciplinari per un estremo assenteismo. Ma proprio quando tutti si aspettavano una punizione nei suoi confronti, il suo contratto si trasformò da tempo determinato a uno a tempo indeterminato.