Per i presunti abusi di ‘Villa Montezemolo’ ad Anacapri ci sarà un processo-bis e inizierà a novembre. Il gup di Napoli Dario Gallo ha infatti ritenuto sufficientemente fondate le accuse della procura di Napoli. Secondo i magistrati inquirenti le violazioni edilizie compiute a Villa Caprile, la dimora estiva di Luca Cordero di Montezemolo, che sono già costate al presidente della Ferrari un rinvio a giudizio, sono avvenute anche grazie alla sospetta acquiescenza di un amministratore, un dirigente e un tecnico del Comune di Anacapri. Costoro avrebbero ‘coperto’ gli illeciti facendo finta di non vedere per non fare un dispiacere a uno degli ospiti più illustri e benvoluti dell’isola azzurra. Il gup ha così rinviato a giudizio l’ex sindaco Mario Staiano, il comandante dei Vigili urbani, Marco Pollio, e un geometra dell’ufficio tecnico comunale, Gennaro D’Auria, per reati che vanno dall’omessa denuncia al favoreggiamento e al falso ideologico. Il decreto del giudice dispone però l’archiviazione per alcuni singoli episodi. E’ pertanto prosciolto un vigile urbano e si alleggerisce la posizione di un altro casco bianco.
Staiano & C. sono stati indagati nel secondo filone dell’inchiesta curata dal pm Milena Cortigiano e coordinata dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara, con l’ausilio degli agenti del commissariato di polizia caprese. Per il filone principale, che ha riguardato gli abusi realizzati durante i lavori di ristrutturazione di Villa Caprile, è già in corso il processo per Montezemolo e per Francesco Saverio Grazioli, presidente della Fisvi Holding srl, la società proprietaria dell’immobile le cui quote sono quasi interamente di proprietà dell’ex capo di Confindustria. La prima udienza si è celebrata a Capri il 18 aprile. Gli altri due coimputati, Rossella Ragazzini, l’architetto che ha diretto le opere di ristrutturazione, e Francesco Di Sarno, titolare dell’impresa edile che le ha eseguite, sono usciti dal processo patteggiando 12 e 10 mesi di condanna con la sospensione condizionale. Il dibattimento proseguirà in autunno.
I due procedimenti penali sono rimasti indipendenti l’uno dall’altro perché gli accertamenti hanno appurato l’estraneità di Montezemolo e Grazioli rispetto a quanto è avvenuto in Comune e nel Corpo dei Vigili Urbani. Dove un gruppo di pubblici ufficiali – secondo la procura – avrebbe in qualche modo allentato, omesso od ostacolato i controlli sui lavori nell’immobile, fino a truccare qualche documento. Molto ruota intorno a quanto avrebbe detto Staiano il 13 marzo 2007 al vigile che si stava recando a compiere un sopralluogo a Villa Caprile, suggerendogli “di non segnalare gli abusi in atto e di trovare un modo amichevole” per risolvere il tutto. Questa, almeno, è la versione del casco bianco. Che l’ex sindaco ha smentito o comunque ridimensionato nel corso dell’interrogatorio reso al pm, sostenendo che le sue parole erano state travisate, ed erano relative ai rapporti con la stampa. Staiano, insomma, avrebbe chiesto di non segnalare gli abusi ai giornalisti, e basta. Almeno fino a una completa definizione della vicenda. Una tesi che proverà a riproporre in tribunale.