“La crisi ha cambiato la mappa planetaria dell’industria manifatturiera” e in questo quadro dal 2007 al 2010 “l’Italia è rimasta schiacciata tra recessione violenta e ripresa lenta” ed è scesa “dal quinto al settimo posto al mondo”. Per forza industriale infatti l’Italia è stata “superata da India e Corea del Sud, avendo perduto 1,1 punti di quota”, ma resta al secondo posto in Europa dopo la Germania. Il Centro Studi di Confindustria avverte: con una quota del 3,4% della produzione manifatturiera globale, l’Italia “è ora a solo due incollature sopra il Brasile, che viaggia ad una velocità molto più sostenuta”. Secondo Paolazzi, “la crisi ha provocato delle conseguenze molto pesanti. In tre anni è successo ciò che sarebbe accaduto in un periodo più lungo. Siamo in presenza di una svolta storica, preparata e anticipata dai trend del decennio precedente. Le variazioni delle quote sulla produzione globale la testimoniano”. Tra il 2007 e il 2010 i paesi emergenti asiatici hanno conquistato 8,9 punti percentuali e sono saliti al 29,7% sul valore della produzione industriale mondiale. La sola Cina, spiega lo studio, “è al 21,7 (+7,6%) ed è ora saldamente prima”.