Ormai da qualche tempo, la satira in rete ha una nuova protagonista: la Sora Cesira. Una misteriosa entità che si incarna periodicamente nella sacra trimurti internettiana: blog, Facebook e YouTube. Di se stessa dice: “Mi chiamo Sora Cesira, ho l’età di Marilyn Manson al quadrato, diviso gli anni di Shrek, meno il metabolismo basale di Luciana Turina quando ha il ciclo… Ho scoperto che su internet si possono dire cazzate a più non posso senza andare in castigo o in galera, e ho deciso di approfittarne”. Chi sia la persona dietro il personaggio non è dato saperlo, almeno per ora, ma è certo che la Sora Cesira è ormai un’istituzione del web, non tanto per i suoi post arguti (che lì la concorrenza sarebbe spietata) quanto per i suoi inimitabili video di satira politica in cui doppia, in un inglese maccheronico e surreale, attori e cantanti affrontando i temi più stringenti dell’attualità italiana.
Ciò che me (ce) la rende oltremodo simpatica è la sua naturale, quasi tenera e compassionevole, e perciò crudelissima, avversione non solo a Berlusconi ma anche alle sue scorie radioattive, cioè al berlusconismo. Rimangono mitici i suoi affondi alle disavventure elettorali della Polverini, alla tristissima “parenti connection” di Alemanno, ma è sul tema B. che la Sora Cesira dà sempre il meglio di sé. Spogliando, con le armi taglienti della satira, ogni nuovo scandalo berlusconiano di tutti i veli di cui la propaganda cerca di ricoprirlo. Meritano una menzione d’onore, almeno Las Olgettinas e Arcore’s night.