Volevano portare anche in Italia la contrapposizione libica tra sostenitori di Gheddafi e del Consiglio nazionale transitorio che si oppone al regime. Con questa motivazione la Digos di Perugia ha arrestato Nuri Ahusain, presidente della Lega degli studenti libici in Italia, accusato di far parte del presunto gruppo criminale, collegato con il regime di Gheddafi, che intendeva condizionare i loro connazionali favorevoli al governo di Bengasi per impedire l’espandersi della sua influenza. Secondo gli agenti, il quarantunenne laureato in Scienze politiche -indagato di associazione per delinquere insieme a un’altra decina di persone – progettava anche l’uccisione dell’ex ministro degli esteri di Tripoli, Abdulrahman Shalgam. Così come il gruppo del quale è accusato di avere fatto parte intendeva occupare l’ambasciata libica di Roma, per allontanare i rappresentanti diplomatici del Cnt e consegnarla a un ambasciatore già individuato dal rais.
Da giorni la polizia teneva sotto controllo con pedinamenti e intercettazioni quella che il gip di Perugia ha definito “un’organizzazione transnazionale”. Proprio dall’esame delle conversazioni telefoniche è emerso il piano per fare irruzione nell’ambasciata di via Nomentana, che aveva portato alla fine del mese scorso al fermo – poi tramutato in arresto – di altri due libici, di 21 e 33 anni. Nella notte del 27 maggio, i due si erano recati a Roma per un sopralluogo. Il piano, secondo gli investigatori in fase già avanzata, era quello di togliere dall’edificio la bandiera dell’opposizione. All’operazione avrebbero dovuto partecipare anche un gruppo di mercenari algerini arruolati a Napoli. In un’altra telefonata del 29 maggio scorso, invece, Ahusain aveva “apertamente manifestato l’intenzione di uccidere” l’ex ministro degli esteri libico in quei giorni in visita a Roma. Proposito confermato anche in una conversazione ascoltata dalla polizia il giorno successivo.
Gli inquirenti ritengono che i promotori dell’organizzazione si trovino in Libia, probabilmente nello stesso ministero degli Esteri libico. Per questo a Ahusain è stato contestato il reato transnazionale del quale a breve verranno chiamati a rispondere anche i due libici finiti in carcere nei giorni scorsi. L’uomo è considerato dagli investigatori il collegamento da oltre dieci anni tra il regime di Gheddafi e un migliaio di studenti libici che vivono a Perugia, ma anche in diverse città toscane. Alcuni dei quali – è emerso dall’indagine – di famiglie che fanno parte della classe dirigente del rais. Il gruppo avrebbe inoltre goduto di complicità all’interno della sede diplomatica.