Volevano compiere un attentato contro il pm della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Vincenzo Luberto, gli 11 affiliati alla cosca Abbruzzese fermati stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza nell’ambito dell’operazione “Tsunami”. Associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione aggravati di armi da sparo comuni e da guerra, le accuse contestate agli undici.
La cosca Abbruzzese è stata recentemente colpita dalle forze dell’ordine con l’arresto del latitante Nicola Abbruzzese, avvenuto il 26 maggio scorso ad opera dei carabinieri di Cosenza. Lo stesso giorno in cui il fratello Francesco è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Cosenza.
”Appena arriva l’arma, tra qualche giorno, lo facciamo”. E’ questa frase, pronunciata verso la fine di maggio da uno degli indagati, a far scattare l’allarme dei carabinieri su un progetto di attentato ai danni del pm Luberto. Frase che ha fatto seguito a un’altra, nella quale si sente dire: “L’altra volta non siamo entrati in azione perché pioveva”. I carabinieri, che stavano conducendo un’inchiesta sulla cosca degli Abbruzzese coordinata dallo stesso pm, hanno subito intensificato i controlli e dopo avere rafforzato la tutela al magistrato, sono entrati in azione per sventare sul nascere qualsiasi ipotesi di attentato.
Dalle intercettazioni è emerso che alcuni dei fermati nell’operazione di stamani, già da tempo stavano controllando le mosse del magistrato. Parlando tra loro citavano le abitudini del pm, di come si muoveva, se fosse solo o in compagnia. E verso la fine di maggio, dopo che la cosca aveva accertato che in alcuni momenti il magistrato era solo, ecco arrivare la frase “appena c’è l’arma lo facciamo”. Probabilmente, è l’ipotesi degli investigatori, chi aveva progettato di uccidere Luberto stava aspettando un’arma particolare, forse un fucile di precisione.
Il magistrato da anni è in prima linea contro la cosca che opera nell’alto Ionio cosentino. Dal 2004 in poi ha coordinato una serie di inchieste (tra le quali Lauro, Sibaris e Timpone rosso) che hanno riguardato proprio gli Abbruzzese e che hanno portato all’arresto di numerosi persone tra le quali anche latitanti storici della ‘ndrangheta di quella zona. Inchieste che spesso si sono concluse con pesanti condanne.
In passato Luberto ha subito minacce e intimidazioni. In particolare, nel 2007, ignoti sono entrati nel garage della sua abitazione e gli hanno rubato l’auto. Ma prima di andarsene hanno danneggiato tutto ciò che hanno trovato lasciando frasi di minacce scritte sui muri. Due anni dopo la casa del magistrato è stata “visitata” da qualcuno che si è impossessato di alcuni monili in oro appartenenti alla moglie. Già allora, però, l’ipotesi del semplice furto trovò scarso credito presso gli investigatori.
Cronaca
‘Ndrangheta, arrestati 11 affiliati
Volevano uccidere il magistrato
Nel mirino il pm della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Vincenzo Luberto. ''Appena arriva l'arma, tra qualche giorno, lo facciamo”. E’ questa frase, pronunciata verso la fine di maggio da uno degli indagati, a far scattare l'allarme dei carabinieri
Volevano compiere un attentato contro il pm della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Vincenzo Luberto, gli 11 affiliati alla cosca Abbruzzese fermati stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza nell’ambito dell’operazione “Tsunami”. Associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione aggravati di armi da sparo comuni e da guerra, le accuse contestate agli undici.
La cosca Abbruzzese è stata recentemente colpita dalle forze dell’ordine con l’arresto del latitante Nicola Abbruzzese, avvenuto il 26 maggio scorso ad opera dei carabinieri di Cosenza. Lo stesso giorno in cui il fratello Francesco è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Cosenza.
”Appena arriva l’arma, tra qualche giorno, lo facciamo”. E’ questa frase, pronunciata verso la fine di maggio da uno degli indagati, a far scattare l’allarme dei carabinieri su un progetto di attentato ai danni del pm Luberto. Frase che ha fatto seguito a un’altra, nella quale si sente dire: “L’altra volta non siamo entrati in azione perché pioveva”. I carabinieri, che stavano conducendo un’inchiesta sulla cosca degli Abbruzzese coordinata dallo stesso pm, hanno subito intensificato i controlli e dopo avere rafforzato la tutela al magistrato, sono entrati in azione per sventare sul nascere qualsiasi ipotesi di attentato.
Dalle intercettazioni è emerso che alcuni dei fermati nell’operazione di stamani, già da tempo stavano controllando le mosse del magistrato. Parlando tra loro citavano le abitudini del pm, di come si muoveva, se fosse solo o in compagnia. E verso la fine di maggio, dopo che la cosca aveva accertato che in alcuni momenti il magistrato era solo, ecco arrivare la frase “appena c’è l’arma lo facciamo”. Probabilmente, è l’ipotesi degli investigatori, chi aveva progettato di uccidere Luberto stava aspettando un’arma particolare, forse un fucile di precisione.
Il magistrato da anni è in prima linea contro la cosca che opera nell’alto Ionio cosentino. Dal 2004 in poi ha coordinato una serie di inchieste (tra le quali Lauro, Sibaris e Timpone rosso) che hanno riguardato proprio gli Abbruzzese e che hanno portato all’arresto di numerosi persone tra le quali anche latitanti storici della ‘ndrangheta di quella zona. Inchieste che spesso si sono concluse con pesanti condanne.
In passato Luberto ha subito minacce e intimidazioni. In particolare, nel 2007, ignoti sono entrati nel garage della sua abitazione e gli hanno rubato l’auto. Ma prima di andarsene hanno danneggiato tutto ciò che hanno trovato lasciando frasi di minacce scritte sui muri. Due anni dopo la casa del magistrato è stata “visitata” da qualcuno che si è impossessato di alcuni monili in oro appartenenti alla moglie. Già allora, però, l’ipotesi del semplice furto trovò scarso credito presso gli investigatori.
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Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Un dorso di Economia per tutti i giornali del gruppo Angelucci. È tutto pronto, a quanto apprende l'Adnkronos, per il lancio di una nuova iniziativa editoriale che coinvolgerà 'Il Giornale' diretto da Alessandro Sallusti, 'Libero' diretto da Mario Sechi e 'Il Tempo' diretto da Tommaso Cerno. A coordinare il dorso di economia sarà il vicedirettore de 'Il Giornale' Osvaldo De Paolini tra i principali e più apprezzati giornalisti del settore. Il progetto prevedrebbe ben 40 pagine con anticipazioni, interviste, analisi e retroscena.
Secondo quanto risulta all'Adnkronos De Paolini, che già da tempo aveva messo a punto il progetto, ha praticamente messo a punto la squadra ed esordirà in edicola ad aprile puntando al target del dorso di Economia del 'Corriere della Sera'. A Milano non escludono che il Gruppo Angelucci non riesca anche ad anticipare i tempi.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Un dorso di Economia per tutti i giornali del gruppo Angelucci. È tutto pronto, a quanto apprende l'Adnkronos, per il lancio di una nuova iniziativa editoriale che coinvolgerà 'Il Giornale' diretto da Alessandro Sallusti, 'Libero' diretto da Mario Sechi e 'Il Tempo' diretto da Tommaso Cerno. A coordinare il dorso di economia sarà il condirettore de 'Il Giornale' Osvaldo De Paolini tra i principali e più apprezzati giornalisti del settore. Il progetto prevedrebbe ben 40 pagine con anticipazioni, interviste, analisi e retroscena.
Secondo quanto risulta all'Adnkronos De Paolini, che già da tempo aveva messo a punto il progetto, ha praticamente messo a punto la squadra ed esordirà in edicola ad aprile puntando al target del dorso di Economia del 'Corriere della Sera'. A Milano non escludono che il Gruppo Angelucci non riesca anche ad anticipare i tempi.
Palermo, 3 gen. (Adnkronos) - Una donna di Catania ha chiesto l’intervento della Polizia di Stato, di buon mattino, dopo aver trovato accovacciato sul cofano della sua auto un uomo che non ha voluto sentire ragione di scendere dal mezzo per consentire alla proprietaria di andare a lavoro.
L’uomo, un 35enne di origine rumene, ha farfugliato alcune parole alla donna, rimanendo saldamente seduto sul cofano al punto tale che la signora, impaurita, ha messo in moto l’auto per cercare di farlo desistere e poi si è rivolta alla Sala Operativa della Questura di Catania che, prontamente, ha inviato due volanti in suo soccorso. Nel frattempo, viste le rimostranze dell’uomo, la donna ha cercato di portare l’auto, procedendo a passo d’uomo, nella vicina piazza Pietro Lupo. Qui, alla vista degli agenti della squadra Volanti, il 35enne rumeno è balzato giù dall’auto per afferrare una transenna e lanciarla contro il portone degli uffici di Polizia. I poliziotti hanno tentato più volte di bloccarlo nel tentativo di farlo ragionare, ma l’uomo ha più volte opposto una forte resistenza, sferrando un calcio contro una volante, danneggiandola.
Per questa sua condotta il 35enne è stato arrestato, ferma restando la presunzione di innocenza dell’indagato valevole ora e condanna definitiva, e, a seguito di rito direttissimo, l’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto applicando nei suoi confronti la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati.
In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore.
Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi.
Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati.
In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore.
Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi.
Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Lunedì 6 Gennaio alle ore 11 in via Nomentana 361, a Roma, il Partito radicale convoca una manifestazione a sostegno della liberazione di Cecilia Sala.
"Dopo aver manifestato per quasi due anni davanti all'ambasciata iraniana contro il regime oppressivo, violento e misogino degli Ayatollah nei confronti del suo popolo - si legge in una nota di Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito radicale -, non possiamo rimanere inermi nei confronti di una nostra concittadina ostaggio di pericolosi criminali. Abbiamo piena fiducia nel lavoro che sta svolgendo la Farnesina con il ministro Antonio Tajani ed è proprio in quest'ottica che intendiamo supportare il prezioso lavoro che si sta svolgendo in queste ore. L'appuntamento è lunedì 6 davanti all'ambasciata".
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - "La convocazione di un ambasciatore alla Farnesina è uno strumento molto importante e assai riconoscibile sul piano diplomatico per esercitare una pressione su uno Stato. C’è da dire che Tajani ha sempre utilizzato questo strumento con parsimonia, forse eccessiva, e dunque spesso con ritardo. Speriamo in futuro voglia essere più deciso, specie quando ci sono in gioco interessi vitali e che non si debba attendere, per esercitare questo passo, l’intervento delle opposizioni". Lo dice Ivan Scalfarotto, senatore e responsabile Esteri di Italia viva.