“Sono inc… nero e tutto questo non lo accetterò più!” Non so se vi ricordate l’urlo di Peter Finch nei panni del video-giornalista Howard Beale in quel piccolo capolavoro della cinematografia americana che fu Network (1976), da noi felicemente tradotto col titolo di Quinto Potere. Ma è esattamente ciò a cui ho pensato, ieri sera, quando  Michele Santoro, il video-giornalista che seguo tutte le settimane dai tempi di Samarcanda, ha perso il suo tradizionale aplomb di cui si bullava amichevolmente anche con Marco Travaglio e Vauro, e ha finalmente fatto barba e capelli al legaiolo di turno, l’ex ministro Castelli, colpevole di aver detto una volta di più e nel luogo più sbagliato possibile, la falsità che il canone della Rai serva a finanziare trasmissioni come Annozero. Santoro non s’è più tenuto e ha regalato alla nazione cinque minuti di sfogo umano, indignato e inverecondo, che resteranno nella storia della televisione.


In un Paese in cui si considera “un bel momento di televisione” un qualunque Jerry Scotti che chiede “L’accendiamo?”, questi cinque minuti hanno invece il sapore dello scontro finale, del fatto epocale, del superamento del punto di non ritorno. Benissimo ha fatto il conduttore a perdere le staffe, perché l’insipienza del Castelli di turno – convinto come un pompiere di un concetto intrinsecamente stupido e fascistoide quale “il canone lo pago anch’io e dunque in Rai non voglio sentire voci contrarie al mio pensiero” – è la stessa che vediamo riverberata nei commenti su internet e sui giornali dei più convinti sostenitori legaioli e berluscloni d’Italia. Provate a leggere una volta al mese i forum del Giornale o di Libero. Io l’ho fatto ieri, scegliendo la notizia della durissima nota del presidente Napolitano contro la decisione della Corte Costituzionale brasiliana sull’ex terrorista Cesare Battisti.

Un ingenuo potrebbe pensare che almeno sul presidente della Repubblica, in particolare quando esprime indignazione nel pieno della sua funzione di Capo dello Stato contro una mancata estradizione di uno che fu terrorista di sinistra, sul Giornale i lettori saranno contenti della dimensione bipartisan del gesto diplomatico. Invece no, piovono qua e là commenti imbecilli e rancorosi, perché Napolitano, per costoro, è soprattutto un comunista, e di quella “macchia”, secondo i lettori del Giornale, non ci si può lavare mai, fino alla morte e anche oltre.

E allora bravo Santoro, continua così. Con le indagini giornalistiche dei tuoi collaboratori, con i tuoi video-fumetti, con i tuoi editoriali che non piacciono nemmeno al progressista Paolo Garimberti (“Questo uso delle telecamere del servizio pubblico per parlare dei suoi contratti non lo condivido, è fuori regola”), con quella che i tuoi denigratori chiamano “la tua faziosità” (concetto ribadito una quindicina di volte ieri in studio dal ministro Renato Brunetta, che come si sa è uno dei più intelligenti, simpatici e umili del Governo; figurarsi gli altri).

Continua così, Santoro, continua così soprattutto col tuo pubblico: ieri 8,3 milioni, il 32% di share. Otto milioni e trecentomila persone che ieri sera, durante quei tuoi cinque minuti, si sono virtualmente alzate dal divano, sono andate alla finestra e hanno urlato “Sono inc… nero e tutto questo non lo accetterò più!”

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