“Ora che il contenzioso è stato risolto, dal momento che non ho firmato per La7, sono pronto a rientrare in Rai e a realizzare, da subito, Annozero, mi basterà un euro a puntata…“, più o meno con queste parole Michele Santoro, salutando i milioni di spettatori che hanno sempre seguito lui e la sua squadra, ha lanciato un guanto di sfida al presidente Garimberti, alla direttrice Lei e al consiglio di amministrazione.
Come faranno a rifiutare una simile proposta? Uno dei giornalisti più amati e seguiti dal pubblico dei teleabbonati offre la sua disponibilità a lavorare gratis per il servizio pubblico e da subito. Cosa risponderanno? Come giustificheranno il rifiuto?
Perché vogliono impedire a milioni di cittadini di continuare a poter vedere uno dei loro programmi preferiti sulle reti Rai? Perché mai dopo aver accompagnato al portone di viale Mazzini Michele Santoro, stanno ora tentando di mettere fine alla esperienza di Raitre, mettendo fuori anche il direttore Paolo Ruffini, Fabio Fazio, Giovanni Floris, Milena Gabanelli, per fare solo qualche nome?
Come mai questi nomi stavano tutti nelle telefonate intercettate dai giudici di Trani? Sino a quando le autorità di garanzia fingeranno di non sentire e di non sapere?
La verità l’ha detta il consigliere Antonio Verro, uomo di fiducia di Berlusconi nel consiglio di amministrazione della Rai: “Bisogna mettere la parola fine alla anomalia rappresentata da Rai Tre e naturalmente da Santoro..”, e ha ragione, ormai questi programmi sono un’anomalia in una Rai che assomiglia sempre di più alla parte peggiore del pianeta Mediaset.
Se Vittorio Sgarbi può realizzare una prima serata su quella che un tempo era la rete ammiraglia della Rai, e se Minzolini può dirigere il Tg1, non vi è dubbio alcuno che non vi può essere più spazio per i migliori talenti del cinema, della cultura, del giornalismo, anzi forse non vi può essere più spazio per il servizio pubblico, presto, molto presto la Rai sarà fatta a pezzi.
L’ultima raffica di salò ha deciso di mettere fine alle “anomalie”, di blindare le piazze mediatiche, di aiutare il regime a sopravvivere grazie ai brogli politici e mediatici.
Per queste è stato e sarebbe un grave errore derubricare la vicenda Santoro e quella di Raitre a vicende aziendali, in realtà si tratta di una grande questione democratica, e riguarda il libero esercizio del voto in un paese stravolto dal conflitto di interessi.
Chi continua a pensare che Berlusconi sia solo un “cane morto” destinato a sicura fine potrebbe risvegliarsi e scoprire spiacevoli sorprese.
Per queste ragioni come Articolo21 facciamo nostra la provocazione appello di Santoro e chiederemo ai cittadini di sottoscrivere la nostra petizione e di indirizzarla direttamente al presidente e alla direttrice generale, scrivendo più o meno così: “Cari signori, Miche Santoro vi ha offerto la disponibilità a tornare a lavorare per voi con un compenso di 1 euro. Si tratta di una proposta vantaggiosissima per la Rai e soprattutto per noi che ancora paghiamo un canone e non abbiamo voglia di subire altri scippi. A questo proposito vi comunichiamo che se Santoro o altri autori, da noi apprezzati anche se sgraditi a Berlusconi, dovessero andarsene a lavorare altrove, chiederemo anche ai nostri avvocati di devolvere parte del nostro canone a chi ci assicurerà il diritto di scelta. Le epurazioni non le farete certo con i nostri soldi. Distinti saluti…”.
Nel frattempo manderemo una bella letterina anche alla Corte dei Conti per sapere quali siano le ragioni per le quali una parte del gruppo dirigente della Rai stia così alacremente lavorando contro gli interessi medesimi dell’impresa.
Nelle prossime ore, comunque, useremo il voto per dare un nuovo colpo anche agli imbavagliatori di ogni risma e raddoppieremo gli sforzi per portare tutte e tutti a votare 4 Sì.
Saranno Sì ancora più carichi di soddisfazione, dal momento che il grande censore, il nemico numero uno dell’articolo 21 della Costituzione, ci ha finalmente fatto sapere che lui, esattamente come fece Bettino Craxi all’epoca del primo referendum Segni, non andrà a votare.
Quella volta fu, per loro, l’inizio della fine, questa volta potrebbe esserlo per Berlusconi, non lasciamoci sfuggire l’occasione!
P.S. Nella giornata di ieri, davanti alla sede della Rai di viale Mazzini, sono stati identificati cittadini che, convocati da Valigia Blu e dalla coraggiosa Arianna Ciccone, stavano pacificamente protestando contro l’oscuramento dei referendum. Per tutta risposta sono stati identificati, lo striscione è stato malamente levato. Questi atteggiamenti non sono tollerabili, forse gli addetti all’ordine pubblico ed il funzionario Rai di servizio, avrebbero fatto meglio a identificare chi ha cancellato i referendum dal video, chi ha manomesso persino le date della consultazione elettorale, e chi sta dando esecuzione agli ordini di Silvio e Licio. Le identificazioni e le perquisizioni le facciano pure, ma ai piani alti di viale Mazzini, non certo ai cancelli dove si radunano gli ultimi romantici che ancora credono nel ruolo e nella funzione di quello che un tempo veniva chiamato il servizio pubblico.