Ci fanno o ci sono? Tutti quelli che pensano o fanno finta di pensare che il caso Santoro sia un caso isolato o sono degli sprovveduti o sono già sul libro paga di Berlusconi. Li potremmo definire il gruppo dei “Responsabili” in servizio permanente effettivo nel settore dei media.
“Santoro ha esagerato… ha mancato di rispetto al presidente Garimberti… ma cosa vorrà mai… se ne vada e non rompa tanto le scatole… la Rai non ha bisogno  di polemiche… dopo la sua uscita tutto tornerà normale, anche rai tre potrà lavorare serenamente…”, quante fesserie abbiamo dovuto leggere e sentire.

La verità l’ha detta il consigliere della Rai Antonio Verro, già parlamentare di Forza Italia, ultrà berlusconiano: “Raitre rappresenta una anomalia per l’azienda, bisogna eliminarla…”, più chiaro di così!
Del resto le stesse cose le aveva già dette Berlusconi immediatamente dopo la batosta elettorale. In quelle ore Berlusconi aveva paranoicamente attribuito la sua sconfitta ai giornalisti e ai giornali nemici e li aveva elencati: Annozero, Raitre, Fabio Fazio, Giovanni Floris, nell’elenco aveva inserito  La7, Sky , il Corriere della Sera e naturalmente l’intero gruppo Repubblica Espresso, per non parlare del Fatto che giudica una sorta di covo di sovversivi, amanti della legalità e di conseguenza suoi nemici irriducibili.

Chi, come il presidente Garimberti, ritiene che il caso Santoro sia un caso chiuso non sa quello che dice, perché al di là delle decisioni del giornalista, resta lo strappo con milioni di cittadini che ancora pagano il canone, resta la sensazione anzi la certezza che si vogliano cacciare tutte le anomalie, per ripetere le parole di Verro, anzi forse si vogliono espellere proprio quei cittadini che non ci stanno e che rappresentano anche loro una  anomalia.

Nel loro mirino c’è il direttore di Raitre Paolo Ruffini, accusato di aver difeso l’autonomia editoriale della rete, altrove sarebbe stato premiato per i risultati raggiunti, qui, invece, deve essere cacciato, perchè i suoi risultati hanno amareggiato sia il Berlusconi politico, sia il Berlusconi padrone di Mediaset.

Puntualmente, dopo l’espulsione di Santoro, si è aperta la caccia a Raitre, e non mancano le minacce nei confronti di Telecom e di La7, come ha segnalato lo stesso Enrico Mentana.

Il signore e padrone del conflitto di interessi ha mille modi, attraverso  il governo  ed il ministro Romani, per dissuadere i concorrenti, per invitarli alla prudenza, per ricordare loro che le sorti delle tariffe, del canone  e delle frequenze passano pure sempre dalle sue mani.

Da qui la sua ossessione per i vari De Benedetti, Della Valle, Bazoli, che comunque possono disporre di soldi e sostenere il tentativo di dar vita ad un vero e proprio terzo polo che, in questo momento, avrebbe una vasta prateria davanti a sè.

Altro che “il caso Santoro è chiuso”, chiunque voglia contrastare questo disegno golpista ha il dovere civile di farlo con inaudita determinazione, ricorrendo a tutti gli strumenti della lotta politica, urlando ed agendo perché questo programma di eliminazione delle anomalie possa andare a compimento.

Chi ha trovato la forza per alzare la voce contro Santoro avrebbe fatto meglio, nei mesi scorsi, ad urlare il proprio sdegno contro il contratto di Sgarbi e contro l’oscuramento dei referendum, ma forse il gruppo dirigente della Rai non era stato avvertito di quanto stava accadendo.., o forse ha manifestato il suo sdegno a voce talmente bassa da non poter essere percepito da orecchio umano..

Se i Sì dovessero vincere per tutti costoro sarà sempre più difficile restare al loro posto e portare a compimento il rinnovato disegno della loggia P2.
Nelle prossime ore dedichiamoci solo a questo compito. La vittoria dei Sì sarebbe anche una vittoria di chi si batte contro ogni forma di bavaglio e contro ogni lista di proscrizione.
Dovesse andare bene potremmo sempre andare a festeggiare anche sotto la sede centrale della Rai, a viale Mazzini.

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