Oggi ho compiuto un atto di “masochismo”: ho comprato Il Giornale e Libero. Volevo leggere i tanti commenti all’indomani dell’entusiasmante Europride di Roma. Che non ho seguito di persona ma in tv, grazie all’ottima diretta realizzata da Rainews e accompagnata da interventi di vari giornalisti e scrittori tra cui Andrea Pini, autore del libro Quando eravamo froci; gli omosessuali nell’Italia di una volta con la prefazione di Natalia Aspesi. Nel testo le due Italie del dopoguerra, quella ufficiale della Chiesa e dei giornali che consideravano l’omosessualità un fatto immorale e perverso e quella più permissiva, “pronta ad approfittare degli spazi di libertà consentiti”.
Quella doppia morale è purtroppo sopravvissuta allo scorrere del tempo nonostante le tante lotte di emancipazione di Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali per la conquista di un diritto, quello ad amare, che non dovrebbe richiedere alcuna convalida giuridica. Ma sappiamo che neanche i principi costituzionalmente espressi sono rispettati (dal lavoro alla libertà di informazione) figuriamoci quelli non codificati.
Per questo la richiesta dei 500 mila del Circo Massimo di una legge contro l’omofobia è sacrosanta perché l’avversione contro gli Lgbt è un pregiudizio del tutto simile al razzismo o all’antisemitismo. Anche in questo caso l’Italia è fanalino di coda dell’Europa, laddove, nella gran parte delle altre nazioni, sono previsti strumenti legislativi, di carattere civile e penale, finalizzati al contrasto dell’omofobia.
E non ci vuole molto a capire il perchè del grave ritardo. Basta rileggere alcune “autorevoli” dichiarazioni: “Essere gay è moralmente sbagliato, come lo è l’adulterio, il non pagare le tasse o il non donare soldi ai poveri” (Rocco Buttiglione intervenendo a Un giorno da pecora su Radio2); “Io multerei due uomini che si baciano in un parco della mia città” (Gian Paolo Gobbo, sindaco di Treviso e segretario veneto della Lega, a La Zanzara); o le tante affermazioni del sottosegretario Carlo Giovanardi che contro i gay ha ingaggiato una sua battaglia privata…
Oppure le frasi dell’etero macho presidente del Consiglio (“Meglio le belle ragazze che essere gay“) spiritosamente deriso all’Europride con lo striscione “Meglio ricchioni che Berlusconi”.
E quando leggiamo Orgoglio cafone, come titola a pagina 13 Libero, ci domandiamo se sia più cafona una manifestazione che inneggia al rispetto del diritto alla propria sessualità o la triste quotidianità di un capo di governo promotore e protettore di una sessualità a pagamento esercitata con minorenni a caccia di effimero successo.