Quando si affida a un Don Rodrigo (o, nello specifico, a una Donna Rodriga) il compito di eliminare (mediaticamente) un oppositore ostinato e letale, l’esito peggiore – per il mandante – non è che il sicario manchi il bersaglio, ma che ferisca lievemente la vittima rafforzandone il seguito, moltiplicandone la determinazione ed esaltandone la caratura. Da qui l’isteria che da qualche giorno sconvolge le masnade dei bravi che si occupano di Rai, disinformazione e distrazione di massa, sbalorditi che la cronaca della morte annunciata (dall’Unto in persona) di Annozero sia sfociata in un fenomeno che somiglia molto a una Resurrezione (per di più in meno di tre giorni).

Il sicario in quota rosa credeva, superficialmente, di essere riuscita laddove aveva fallito il maldestro fabbricante di bicchieri (per lo più rotti), ma agli occhi dell’Unto, non avendo inferto il colpo di grazia del divieto di concorrenza, viene a vanificarsi la soppressione mediatica di cui già assaporava il godimento (non inferiore, mi spingerei ad ipotizzare, a quello di una dozzina di Bunga Bunga). Come se non bastasse, la vittima predestinata inventa un colpo di teatro brechtiano (l’Opera da un Euro) che accompagna la Resurrezione, bagnando le munizioni retoriche dei servi (liberi? No, occupati – tanto per rubare la battuta a Travaglio) sugli emolumenti milionari (quelli di Ferrara invece non destano scandalo alcuno tra la servitù, come non ne desta l’esecrata assenza di contraddittorio nella parodia serale del giornalismo anglosassone).

Non possono stupire le trame ordite nei retrobottega di Palazzo Chigi: si ipotizza di far dimettere i consiglieri di amministrazione Rai in quota Pdl (usi ad obbedir strillando) e quindi procedere all’instaurazione di un nuovo augusto consesso ancora più servo (libero, s’intende) dell’attuale, nonché di un altro Maggiordomo Generale (quello in carica, fresco di nomina da poche settimane, è irrimediabilmente precipitato in disgrazia). Nel frattempo, i consiglieri di amministrazione Rai indicati dal governo non si presentano in Consiglio (ma continuano ad intascare lo stipendio) sabotando la programmazione e la raccolta pubblicitaria, a tutto vantaggio degli interessi della concorrenza, cioè del padrone. Un modo singolare di tutelare gli interessi dell’azienda (e dei contribuenti), che merita un rilievo speciale tra i casi celebri studiati all’Harvard Business School.

Difficile ipotizzare dove finirà questa ennesima tragicommedia di fine regime. Io però nutro qualche dubbio che tutti i consiglieri Rai si dimettano per evitare un’altra sbavatura sulla maschera di cerone. Il crepuscolo dei potenti rende le orecchie dei servi meno sensibili agli ordini provenienti dai piani alti. Tra gli Arlecchini, le Colombine e i Brighella ce n’è sempre qualcuno che sa far di conto e altri che non si fanno scrupolo di servire due padroni. Per cui, senza un tornaconto immediato, tangibile e duraturo, dubito che chi si gode cadrega, prestigio e guiderdone in viale Mazzini si immoli per la gloria di una satrapia in dissoluzione. Meglio riciclarsi, smarcarsi, procrastinare, rimanendo ben abbarbicati alla poltrona in attesa di tempi migliori, oppure minuettando con grazia – e gabbana rivoltata – verso sponde più ubertose. E quindi, se i servi non compiono l’autodafé all’unisono (come nei suicidi di massa dei culti paranoici), nel Consiglio di Amministrazione Rai potrebbe accadere che rimanga una maggioranza ostile al governo. Esito ancor più probabile se si raggiunge il quorum nei referendum, dal momento che molte marionette penseranno solo a come recidere i fili o quantomeno a come trovare un nuovo puparo più lestamente degli altri.

Insomma, la soppressione di Annozero apre due scenari. Il più scontato sarebbe l’approdo di Sant’Oro (beatificato con un solenne Te Deum in Borsa) a La7 e lo sgretolamento ulteriore del dupolio (dis)informativo di regime. Ma se il ventilato, ennesimo, golpe alla Rai dovesse andare a carte quarantotto, non vorremmo perderci lo spettacolo di San Toro nella cristalleria di Arcore. Al prezzo popolare di un euro a puntata ne varrà proprio la pena.

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