E’ una patologia seria quella di Rodolfo Bottini, ex operaio Fiat di Catania. Si chiama Bpco, che vuol dire broncopneumopatia cronica ostruttiva, aggravata da enfisema. E’ una patologia che lo costringe a restare attaccato all’ossigeno 24 ore su 24 e che ora ha anche un fastidioso effetto collaterale: gli sta impedendo di votare al referendum.

Sì, perché il signor Bottini, che a Catania ha lavorato una vita e che qualche anno fa è andato in pensione, in linea teorica il suo diritto di voto lo ha perso venti giorni fa, quando è scaduto il termine per presentare al sindaco la “dichiarazione attestante la propria volontà di esprimere il voto presso l’abitazione in cui dimora, corredata della prescritta documentazione sanitaria rilasciata da un funzionario medico designato dagli organi dell’Azienda sanitaria locale”.

La legge, come si legge anche sul sito del Comune siciliano, prevede infatti che “gli elettori affetti da gravi infermità che si trovino in condizioni di dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettromedicali e gli elettori affetti da gravissime infermità tali che ne rendano impossibile l’allontanamento dall’abitazione” possano votare a casa.

Ma la domanda per usufruire di questa possibilità, corredata da relativi documenti sanitari, andava presentata entro il 23 maggio. Un anticipo forse un po’ eccessivo. E una procedura macchinosa, se consideriamo anche che le informazioni sul sito del Comune non sono proprio di facile reperibilità.

“Temo che il mio sia una caso non isolato – spiega Bottini al fattoquotidiano.it – e vorrei anche sapere cosa succede dopo. Abbassano il quorum? A parte gli scherzi la mia è una situazione davvero non facile, in più sono solo perché con l’80% di invalidità che mi è stato riconosciuto non posso permettermi una badante, praticamente io potrei muovermi solo in ambulanza. Ho controllato sul sito internet e con stupore ho visto che il termine per fare questa richiesta di voto domiciliare era già scaduto da tempo. Sono davvero dispiaciuto”.

Può anche darsi che il signor Bottini si sia informato un po’ in ritardo, ma alla fine il diritto di un elettore è anche quello di svegliarsi all’ultimo minuto e decidere di votare. E per farlo, qualsiasi sia la sua condizione, lo Stato e le amministrazioni pubbliche dovrebbero rendergli il compito il più semplice possibile.

“Vedremo cosa riusciamo a fare, ci attiveremo in ogni maniera possibile se ci sarà consentito”, spiega al fattoquotidiano.it un funzionario del Comune”. Al termine per la chiusura delle urne però manca davvero poco. E il rischio è che Rodolfo Bottini, a Catania, a questo giro la sua preferenza non possa esprimerla.

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