L’ospite inatteso eccolo là. In fondo alla sala Zodiaco di via Zamboni a Bologna, mentre Michele Santoro e Maurizio Landini presentano Tutti in piedi, entra il lavoro, l’attesissima serata di venerdì 17 a villa Angelletti, sbuca la zazzera rossa dell’inventore del Roxy Bar.

E proprio come si faceva sul palco della sua Rotonda sul mare ad inizio anni ’90, Gabriele Ansaloni , conosciuto semplicemente come Red Ronnie, attende di lato seduto, da solo.

Il rosso Ronnie è appena uscito dal ribaltone milanese con le ossa rotte. Essere stato consulente per la comunicazione della signora Letizia Moratti, a suon di oltre 100mila euro l’anno, aver polemizzato con Pisapia per una presunta censura di piazza, non gli ha giovato granché.

E’ triste oggi vedere l’anchorman musicale originario di Pieve di Cento, così rabbuiato in un angolo, mentre tutti sfiorano la giacchetta del conduttore di Annozero, e sentirlo dire: “Vorrei tornare a Bologna”.

Ufficialmente Red Ronnie stava accompagnando il vicepresidente della provincia di Bologna Giacomo Venturi, passato a salutare Santoro, per poi recarsi a pranzo con il politico del Pd: “Venerdì non sarò da Michele a Villa Angeletti, ma a Milano, a San Siro, per seguire il concerto di Vasco”.

Laconico è laconico, l’ex conduttore tv, anche se non lascia trasparire una certa velata malinconia: “Mi piacerebbe stare a Bologna”, racconta mesto Red, “confido che il nuovo sindaco della città faccia quello che ha promesso, cioè riparta dalla cultura. Tra l’altro io ho sostenuto Alberto Ronchi, attuale assessore alla cultura, quando era stato fatto fuori dalla giunta di Vasco Errani”. E ancora: “Sono stato nella bufera per 14 giorni, era come essere dentro a un ciclone. E sto valutando azioni legali perché probabilmente nessuno si rende conto di come può essere dannoso un post su internet. Vorrei trascorrere più tempo a Bologna, in questo momento anche da solo”.

Che Red Ronnie porti sfortuna ai politici che incontra non è ancora ufficialmente accertato, ma è certo che il suo amore per la politica l’ha portato spesso al posto giusto nel momento sbagliato: candidato nel Psi di Craxi nel ’92, cioè all’apice del declino socialista, negli attimi convulsi delle monetine del Raphael; consulente di Letizia Moratti nel 2008, cioè all’inizio della parabola discendente della sindachessa; infine oggi a Bologna a cercar nuove fortune.

L’assessore Ronchi, che ha recentemente affermato di voler consultare tutti i soggetti possibili del settore per il futuro della cultura in città, potrebbe incontrarlo. Probabilmente munito di qualche buon amuleto.

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