Cronaca

Lucca, arrestato un assessore e il figlio del presidente del Tribunale

E’ un terremoto politico-giudiziario quello che scuote Lucca, già considerata l’isola bianca della Toscana, per una vita governata dalla Dc e poi passata a Forza Italia e al Pdl: sono fini ti in carcere un assessore del Comune guidato dal centrodestra e un dirigente dell’amministrazione comunale. Ai domiciliari un imprenditore e due professionisti, tra cui il figlio del presidente del Tribunale. L’inchiesta, denominata “Volpe del deserto”, ruota attorno a casi di presunta corruzione e vede tra gli indagati anche il sindaco di Lucca, Mauro Favilla, un passato nella Dc di cui è stato senatore fino al 1996, e il suo ex vice, Giovanni Pierami, attualmente in giunta con la carica di assessore anziano. Anche lui una carriera politica tutta nella Dc.

L’assessore alla mobilità (con deleghe allo stadio e al centro storico) del Comune di Lucca, si chiama Marco Chiari, ed è stato il primo che stamani i carabinieri hanno tirato giù dal letto. A seguire il dirigente dell’ufficio urbanistica, Maurizio Tani,  l’architetto Giovanni Valentini del Gruppo Valore di Prato sino a ieri pomeriggio azionista di maggioranza della Lucchese Calcio e i professionisti Andrea Ferro, ex presidente della commissione urbanistica-ambientale del comune di Lucca e figlio del presidente del tribunale di Lucca, il giudice Gabriele Ferro, e Luca Antonio Ruggi, dello studio professionale di Chiari. Anche per loro l’accusa è di corruzione.

Sequestrati su ordine del gip e richiesta della procura di Lucca 18 milioni di euro al gruppo Valore e l’intera area del parco di S. Anna. I cinque, spiega un nota dei carabinieri, sono ritenuti responsabili di “reati contro la pubblica amministrazione, per aver creato uno stabile accordo corruttivo con promesse e dazioni di danaro, finalizzato all’adozione ed approvazione di provvedimenti amministrativi, che consentissero la realizzazione di importanti progetti edilizi ed urbanistici”.

Il sindaco di Lucca, Mauro Favilla, al momento non vuole rilasciare commenti sugli arresti, nonostante il caso di (presunta) corruzione riguardi alcune delle operazioni immobiliari più importanti del suo mandato. Secondo indiscrezioni anche lui sarebbe iscritto nel registro degli indagati.