No, questa non è una normale intervista sulla precarietà a un ministro del governo Berlusconi. E’ un corpo a corpo. E visto che il contendente è Renato Brunetta, nessuno potrebbe dire di esserne uscito completamente incolume, men che meno io.

Le regole di ingaggio erano fissate. Ti chiama il ministro e ti dice: “Mi avete massacrato sul Fatto”. Chiedi: “Vi riferite al sito o la giornale?”. Sorriso: “Su tutti e due”. Così quella che salta fuori non è una replica ma un vero e proprio duello, con precise regole di ingaggio, concordate con Vittorio Pezzuto, giornalista serafico, che svolge le funzioni di portavoce di Brunetta con il piglio simpatico di un Doberman: “Primo. Registriamo pure noi. Secondo: se volete decidiamo il tempo, e poi non si fa nessun taglio. Terzo: appuntamento al ministero: prendere o lasciare”. Prendere, e ci andiamo. Parliamo, registriamo. Fuochi di artificio.

La sintesi di un dialogo non sintetizzabile è questa: Brunetta dice “Non chiedo scusa”, Brunetta resta convinto che si trattasse di “un agguato”, Brunetta spiega che “il governo ha salvato l’Italia”. E poi mi bacchetta con la penna rossa e blu: 1) I dati che gli cito sui giovani non sono mai veri (“Sono prodotti dalla Cgil quindi non sono veri per definizione”). 2) Il problema della precarietà nella pubblica amministrazione di fatto non esiste (“1.200 persone le sembrano un gran problema di precarietà?”). 3) Non è vero che il governo abbia abolito l’articolo che impediva le cosiddette dimissioni in bianco (“E’ falso è falso, è falso!”). 5) Non è vero che il governo italiano abbia prodotto il massimo indice di disoccupazione giovanile europea, come dice Bankitalia (“Non è questo il dato, la disoccupazione giovanile è un prodotto della crisi, il governo ha speso 37 miliardi per la cassa integrazione”).

Il tutto viene condito di fendenti acuminati: io ovviamente sono fazioso (“Anche io”, aggiunge per fortuna); il direttore de Il Fatto è un condannato (mai stato, a dire il vero), non si pente di aver definito le ragazze “l’Italia peggiore” (“Mi avevano predisposto un agguato”. Però accetta di incontrare le due ragazze che ha mandato a quel paese (ed è già un progresso).

A me Brunetta fa impazzire, e quindi consiglio alle complottatrici Katia e Maurizia di andare. Un consiglio: si muniscano di giubbotto antiproiettile e di elmetto.

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