Gli show farseschi degli ultimi giorni con cui ci ha deliziato il ministro Brunetta non sono certo una novità. Per questa ragione, al fine di coronare il ricco repertorio delle sue esternazioni e per dimostrare con enfasi l’altezza delle sue vedute (sic), ecco un trittico-amarcord in suo onore.
Questo filmato risale al settembre 2009, quando Brunetta, intervenendo nelle giornate politiche del Pdl, a Gubbio, tiene un’arringa furente contro “l’Italia parassita e minoritaria della sinistra”, contro “i cattivi dipendenti pubblici”, contro “i fannulloni magistrati”, contro “gli inefficienti poliziotti”, contro “le cattive banche” e via di questo fanatico furore.
Al minuto 4′ 15″, ad esempio, tuona: “Il 60, 70, 80% del paese si fa un culo così, rischia tutti i giorni, vive con le regole della meritocrazia, della trasparenza e della flessibilità. C’è un’altra parte dell’Italia che non vive di queste regole, è l’Italia che non rischia nulla, è l’Italia della rendita, delle corporazioni, dei furbi e dei fannulloni. L’Italia delle scorciatoie, degli amici degli amici. E’ un popolo minoritario che ha tanta forza e tanto tempo per farsi rappresentare in maniera potente. E’ l’Italia peggiore, l’Italia sporca“. Cioè, secondo il pensiero del nostro mancato Nobel all’economia, è l’Italia di sinistra.
Dal minuto 5′ 22″ Brunetta si straccia le vesti contro le corporazioni di sinistra e il cattivo Prodi, complice di finanzieri e di banchieri senza scrupoli.
Clou straordinario di comicità al minuto 6′ 40″: “A quelli di sinistra gli stiamo facendo un mazzo così!!! Gli stiamo togliendo l’acqua dove hanno nuotato fino ad ora, li stiamo facendo morire, li stiamo facendo morireeee!!! E lo stiamo facendo con il volto dolce di Mara [Carfagna, ndr] e con l’aria finta ingenua di Maria Stella [Gelmini, ndr]“. Segue un peana commovente per la coerentissima Lega e un finale pirotecnico a 1000 decibel oltre il muro del suono: “Noi siamo gli eversori di questo ordine di cose, siamo gli smontatori di questa Italia radical-chic, di questa borghesia autoreferenziale di m…!!!”
In questa seconda parte dell’one-man show del ministro, spiccano anatemi ed invettive feroci contro la solita vipperia di sinistra, i registi cinematografici e più in generale contro i lavoratori dello spettacolo. Rivolgendosi al collega Bondi, al minuto 1′ 50″, Brunetta sentenzia: “Ti dico Sandro, di chiudere quel rubinetto del Fus [Fondo Unico dello Spettacolo, già sottoposto a feroci tagli da parte del governo, ndr], facciamolo al più presto”.
E rivolto ai registi presenti alla mostra di Venezia, con sprezzo, afferma:”Parassiti, gente che ha preso tanti soldi e ha incassato poco al botteghino. Gente che non ha mai lavorato per il bene del paese, anzi, gente che non ha mai lavorato. Andate a lavorare. Confrontatevi con il mercato. Questo è un pezzo d’Italia molto rappresentata, molto placida. Questa è l’Italia leggermente schifosa”.
La catilinaria di Renatino è rivolta anche ai “parassiti degli enti lirici, i finti orchestrali, i cantanti, tutti quelli che erano abituati che a pagare era Pantalone “. Epilogo scompisciarisate: “La vera e buona Chiesa, quella dei preti di strada, è con noi”.
Altre scempiaggini cingolate (come il riferimento ai “brogli elettorali” tanto denunciati da Berlusconi) sono mirabili nel resto del video.
Neppure qualche giorno dopo lo show circense di Brunetta si replica con toni simili. Stavolta l’imputato è il settimanale L’Espresso, reo di aver dedicato una copertina molto eloquente all’ex craxiano paladino della meritocrazia.
Insomma: corsi e ricorsi brunettiani.