In campagna elettorale aveva promesso di voler finalmente portare l’austerity a Palazzo San Giacomo. Tanto che la nona delle 72 meraviglie programmatiche ispirate alla Smorfia napoletana che avrebbero dovuto portarlo alla guida della città recitava testuale: “piena attuazione del regolamento comunale, che impedisce la formazione di gruppi consiliari con meno di tre componenti. Conseguente abolizione di sprechi ed extra benefit”. Ma Gianni Lettieri deve aver preso alla lettera la cabala partenopea, in cui al 9 corrisponde la figliata, se appena messo piede in Consiglio è riuscito a spaccare la sua già esigua squadra in tre minigruppi, triplicando così in un sol colpo i rimborsi spese previsti per ciascun gruppo consiliare.
Al motto di “Three is megl’ che one”, l’ex capo degli industriali partenopei guiderà dunque l’opposizione alla testa di “Liberi per il Sud”, assieme ai colleghi Domenico Palmieri (eletto con Forza del Sud) e Gennaro Addio (Noi Sud). Marco Nonno, Marco Mansueto e Gabriele Mundo, tutti eletti con il Popolo delle Libertà, rappresenteranno invece il gruppo “Pdl Napoli”, da non confondersi con il “Pdl”, che conta invece quattro membri. Stanislao Lanzotti e i suoi tre seguaci, infatti, pur “confermando totale e piena fiducia al coordinamento regionale che nel corso di questi anni ha condotto il centrodestra a importanti vittorie in regione e nelle province della Campania”, hanno scelto da subito la strada della scissione per stigmatizzare “l’assenza di criteri politici che hanno caratterizzato l’azione politica in città nel corso dell’intera campagna elettorale per le recenti elezioni comunali”. In pratica una bocciatura tout court alla gestione del coordinatore cittadino del Pdl Marcello Taglialatela.
Resta l’ultimo consigliere di centrodestra, Luigi Zimbaldi, eletto nella lista civica “Liberi per Lettieri”, che ha deciso di smarcarsi ancor prima di entrare in Consiglio annunciando alla stampa di aver creato il gruppo “Iniziativa responsabile – La discussione”. Anche Napoli, ora, ha il suo Scilipoti. Che però dovrà far presto a cercare fortuna in qualche altro gruppo per evitare di finire nella tagliola di de Magistris. Il nuovo sindaco, infatti, ha già annunciato di voler risanare i conti con un taglio netto delle spese e difficilmente accetterà che in Consiglio siedano gruppi con meno di tre consiglieri.