Sono altri dodici gli indagati nell’inchiesta della procura di Bologna sui falsi permessi per parcheggiare in centro, portata avanti dal procuratore aggiunto Valter Giovannini. Otto calciatori dei rossoblu e quattro mogli. Il filone riguarda i permessi temporanei T7, quelli che consentono di lasciare la propria vettura in aree contrassegnate dalle righe blu (parcheggio a pagamento) senza pagare la sosta e vengono concessi per un periodo di 90 giorni (rinnovabili) in attesa della residenza temporanea o definitiva.
In questo filone di indagine l’unico iscritto nel registro degli indagati era l’ex dipendente della Coopertone, poi licenziato, Gianluca Garetti. Ma adesso oltre a lui gli altri iscritti sono Daniele Portanova, Emiliano Viviano, Massimo Mutarelli, Gaby Mudingayi, Archimede Morleo, Vangelis Moras, Andrea Esposito e Gabriele Paonessa. Oltre a loro anche quattro mogli, indagate come atto dovuto, visto che le macchine erano in loro uso. Sono la moglie di Mudingayi, di Portanova, di Viviano e di Di Vaio. A quest’ultimo, già indagato nel filone principale sull’associazione delle targhe dei calciatori ai pass per invalidi, è stato contestato anche un nuovo reato, oltre al falso ideologico e alla truffa continuata ai danni del Comune: utilizzo di permessi falsi, lo stesso reato per cui gli otto calciatori e le quattro moglie sono state iscritte sul registro degli indagati. Per loro quindi, che usufruivano dei T7 sospetti, si potrebbe andare dalla buonafede all’uso di atto falso (se non fosse provato un ruolo diretto nel rilascio) fino al concorso nella formazione di atto falso.
La procura ha inviato le dodici informazioni di garanzia, ma nessuna è stata ancora notificata. Nessuno dei giocatori, infatti, si trova in città.
Il T7 è un permesso di tre mesi per accedere e sostare nel centro. Solitamente viene concesso a chi sta per ottenere la residenza. Se le targhe abbinate agli H davano quindi la possibilità di transito e non di sosta, i T7 permettevano anche di parcheggiare gratuitamente nel settore di residenza e a pagamento negli altri settori.
La Procura, infatti, avrebbe scoperto l’esistenza di molti permessi T7 falsi in capo a calciatori e parenti, non avendo questi avviato alcuna procedura per la residenza.
Marco Di Vaio, già indagato per truffa in relazione ai pass per disabili, sarebbe stato in possesso, insieme alla moglie, di alcuni permessi T7, senza però in certi casi avere una pratica di residenza in corso. Il portiere Emiliano Viviano, invece avrebbe aperto la pratica il 14 aprile 2011, nettamente dopo l’utilizzo del permesso. Così come Gaby Mudingayi, che ha iniziato la pratica il 28 aprile 2011, ma in precedenza aveva goduto del rilascio di diversi T7.
C’è poi Massimo Mutarelli, temporaneamente residente, ma dopo la scadenza nel gennaio 2010 si è visto rilasciare un ulteriore provvedimento T7. Archimede Morleo, che ha goduto di alcuni permessi intestati al dipendente di Coopertone Gianluca Garetti, già indagato per corruzione nel filone principale sui pass per disabili. Andrea Esposito, il quale per la sua vettura Audi, ha ottenuto tre permessi, emessi però a nome di Portanova, circostanza quest’ultima che la Procura sta cercando di chiarire. C’è poi il bolognese Gabriele Paonessa, che ha goduto di due permessi, dopo essere emigrato da Bologna. E infine Vangelis Moras e Daniele Portanova.
Questi permessi T7 sono stati rilasciati sistematicamente da Coopertone a calciatori e parenti senza le pratiche anagrafiche collegate (libretto di circolazione e copia della richiesta di residenza).
Il nuovo filone era emerso grazie al lavoro della polizia municipale, capitanata dal comandante Carlo Di Palma, che ha controllato la digitalizzazione di Garetti all’interno degli uffici della Coopertone, verificando gli inserimenti di permessi temporanei. Che sarebbero quindi stati numerosi e soprattutto non suffragati dall’esistenza delle pratiche di residenza.