Cercava di influenzare anche le nomine della Confindustria. Luigi Bisignani premeva sul suo amico all’Eni, Stefano Lucchini, responsabile Relazioni istituzionali dell’Eni e membro della Giunta di Confindustria Napoli , per favorire la nomina di un amico di Luca Cordero di Montezemolo. Parliamo del suo socio nella compagnia ferroviaria Ntv: Gianni Punzo. È un altro dei retroscena dell’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli sulla P4. Un altro dettaglio che dimostra il potere del lobbista, intimo amico di Gianni Letta, che peraltro ha un figlio che lavora in Ferrari.
Ne aggiungiamo un altro: il 16 gennaio una parlamentare del Pdl viene intercettata mentre discute con Bisignani di un episodio piuttosto vecchio: la rissa che vide coinvolto, a Ischia, il figlio di Ilda Boccassini, la pm che si sta occupando a Milano del caso Ruby. I due ne discutono il giorno prima del pranzo, ad Arcore, tra Berlusconi e il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti, di Panorama Giorgio Mulé, presenti anche Mauro Crippa (capo dell’informazione Mediaset) e Alfonso Signorini. Praticamente tutta la batteria di “fuoco” (d’inchiostro) a disposizione del premier.
Passano cinque giorni e il Giornale spara la notizia del 1997 in prima pagina chiedendosi se la Boccassini fece pressioni su qualcuno quando suo figlio Antonio finì sotto processo. Nessuna pressione, come il Fatto Quotidiano verificò a gennaio, poiché suo figlio fu prosciolto nel giugno 1998. Resta un fatto: il giorno prima del summit ad Arcore, una parlamentare del Pdl parla con Bisignani dell’episodio e pochi giorni dopo la notizia, riesumata dal 1997, viene titolata in prima pagina dal giornale della famiglia Berlusconi. Le parlamentari e le ministre del Pdl, in costante rapporto con Bisignani, sono comunque più d’una. E spesso sono state intercettate dal nucleo della polizia tributaria della Guardia di finanza di Napoli, su delega dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio.
Tra queste c’è Stefania Prestigiacomo: il ministro dell’Ambiente, per esempio, è stata vittima di un’intercettazione ambientale. Sembra un gioco di parole, ma è invece un passaggio interessante dell’inchiesta, tanto che la Prestigiacomo nei mesi scorsi è stata interrogata dai pm della procura napoletana. La Guardia di finanza intercetta la voce della Prestigiacomo nell’ufficio di Luigi Bisignani. I due sono in ottima confidenza, parlano tranquillamente, senza immaginare che una cimice sta registrando la loro conversazione. Bisignani sembra preoccupato, forse proprio a causa delle indagini, ma la registrazione è per lunghi tratti incomprensibile e la stessa Prestigiacomo, interrogata, ha detto di non ricordare di cosa stessero parlando.
La ministra non è indagata, ma il suo nome compare nell’indagine, come quello dell’ex presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. La Gdf napoletana ha intercettato le telefonate di Bisignani mentre tesseva la tela che doveva portare il suo amico di vecchia data, Gianni Punzo, sulla poltrona di vicepresidente di Confindustria a Napoli. Va notato che Bisignani fa parte di un blocco di potere centrato oggi su Gianni Letta (ieri anche su Cesare Geronzi) fortemente ostile a quello di Montezemolo-Diego Della Valle. Ma le conoscenze di Bisignani fanno comodo a tutti, anche ai suoi nemici. È Montezemolo in persona a chiamare Bisignani per chiedere di spingere sull’Eni, al fine di spostare il peso dell’azienda pubblica dell’energia su Punzo. La manovra comunque fallisce, il “Bisi”, stavolta non basta.
Punzo, l’imprenditore che ha creato il Cis di Nola, teneva molto a diventare vicepresidente di Confindustria Napoli. Bisignani quindi chiama Lucchini e cerca di ottenere il voto dell’Eni in suo favore. Purtroppo per Montezemolo però Punzo perde e se ne va sbattendo la porta dall’Unione industriali. La spunta infatti una triade di vicepresidenti a cui è difficile opporsi, grossi calibri nazionali: l’amministratore di Trenitalia Mauro Moretti (molto ostile alla Ntv di Punzo-Montezemolo), Gabriele Galateri di Genola, attuale presidente delle Generali, allora in Telecom Italia, e Marco Forlani, responsabile relazione istituzionali di Finmeccanica e figlio del politico Dc, Arnaldo.
da Il Fatto Quotidiano del 18 giugno 2011