Musica e informazione, satira e poesia del maestro Roberto Benigni, sono stati gli ingredienti vincenti di Tuttinpiedi! che bissa il successo del precedente evento Raiperunanotte di più di un anno fa.
Dopo un’apertura all’insegna delle vignette di un Vauro dantesco, dei contributi video di Corrado Guzzanti e Maurizio Crozza, è salito sul palco il segretario generale Fiom, Maurizio Landini, il vero padrone di casa di questo straordinario happening.
“Il sindacato deve essere autonomo, deve rappresentare la vera condizione dei lavoratori e delle persone che lavorano gomito a gomito nella fabbrica con te”, racconta Landini davanti ad una folla mai vista.
Il tema del lavoro, mancante, precario, sottopagato, in nero, è stato il fil rouge degli interventi degli ospiti meno blasonati, ma non per questo meno titolati. Anzi sono stati loro i veri protagonisti di questa serata-evento.
Maurizia Russo Spena, la precaria della funzione pubblica che al ministro Brunetta aveva posto una domanda senza ricevere risposta. Due lauree, due master e un dottorato la ragazza ha tuonato: “ministro, la prossima volta non dovrà vedersela solo con me, ma con una piazza piena di indignati!”
Dopo la Spena è stata la volta di Barbara Evola, insegnante precaria, siciliana incazzata: “la scuola deve dare a tutti gli stessi strumenti per poi aver un posto in questa società”. Di seguito il ricercatore precario Enrico Natalizio: “basta con questa finta lotta ai baroni che ha nascosto i problemi reali dell’università”.
Accorato l’appello dell’operaio Fincantieri, Claudio Scavo, che ha fatto risuonare l’allarme per il rischio chiusura della storica fabbrica del Tigullio.
E c’è anche un lavoratore speciale in questo angolo verde di Bologna che pare la Woodstock di quarantadue anni fa. Parliamo del pm antimafia Antonio Ingroia: “sono un magistrato, ma soprattutto un cittadino e un lavoratore. E non sono salito sul palco per esibirmi o fare un comizio. Ma per raccontare la mia storia, quella di un ragazzo siciliano che si è sempre battuto per un’Italia migliore”.
Nicola Lillo e Davide Turrini