Una decisione "condivisa, assunta nel pieno rispetto reciproco" scrive la giornalista in una nota insieme all'editore Soru. Che si impegna a mantenere il giornale "un luogo aperto a chi voglia contribuire alla ricostruzione del Paese dopo la troppo lunga stagione del berlusconismo"
Un periodo che non ha risparmiato fatiche anche al giornale, scrivono de Gregorio e Soru, “tra difficoltà economiche e continui attacchi”. Ma di cui i due possono ritenersi soddisfatti perché, spiegano, ha mantenuto l’impegno tradizionale di dare “voce – molto spesso anticipandole – alle principali istanze della società”, “ha mobilitato sui temi cruciali migliaia di persone”, “attraverso la crescita del sito internet ha aperto un dialogo fitto e continuo con i lettori”. Uno scopo primario, che ha contribuito “a sollecitare la nuova volontà di partecipazione dei cittadini alla vita del Paese”. Il tutto, lasciando un giornale “in equilibrio economico nonostante le difficoltà del mercato”, sottolineano.
E in equilibrio anche con la forza politica di riferimento, il Pd, si rivendica nella nota. Un compito da sempre difficile per la testa, che dal 1924 al 1991 è stata organo ufficiale del Partito comunista italiano. “Abbiamo lavorato in questi anni in sintonia e in piena libertà, in autonomia dal Partito Democratico – concludono Soru e de Gregorio – che in alcune occasioni non ci ha fatto mancare le sue critiche, ma non ha neppure mai preteso di imporre una linea”. Apprezzamento e gratitudine per il lavoro della giornalista è stato espresso in una nota dal portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando. “Per aver fatto de ‘L’Unità’ un riferimento culturale e politico – scrive – in alternativa all’imbarbarimento etico e culturale del berlusconismo e della mortificazione delle donne”.