Giuseppe Ruffier, legale penalista, amico del governatore del Piemonte Roberto Cota, è stato coinvolto in un'indagine di strozzini collegati alle cosche. Secondo l'accusa avrebbe spiegato a quattro degli arrestati – tra cui due suoi clienti – quali escamotage adottare di fronte alle indagini dei carabinieri. R
Tra le sue amicizie, mette anche quella con il governatore del Piemonte, il leghista Roberto Cota. E del resto per l’avvocato del foro di Novara, Giuseppe Ruffier, la politica è una vecchia passione, da sempre declinata ai valori del centrodestra. Oggi è tra gli indagati dell’operazione Borgo pulito, partita il 2 giugno scorso per iniziativa dalla Procura della Repubblica della città piemontese. L’inchiesta ha portato all’arresto di 16 persone, tra usurai e fiancheggiatori degli stessi, collegati al pericoloso clan ‘ndranghetista dei Valle con base in Lombardia. Su Ruffier pesa l’accusa di “favoreggiamento personale” (articolo 378 del codice penale). La procura sospetta che abbia spiegato a quattro degli arrestati – tra cui due suoi clienti – quali escamotage adottare di fronte alle indagini dei carabinieri. Ruffier, naturalmente era estraneo al giro di strozzinaggio, ma come scrive il Gip di Novara Monica Giordani, “consigliava agli indagati, qualora fossero stati sentiti dall’autorità giudiziaria, di dire che tra loro vi erano stati scambi di assegni, senza la richiesta di interessi, così aiutando ad eludere le investigazioni dell’autorità”. A Ruffier è stata applicata la “misura interdittiva” del divieto di esercitare la professione per due mesi.
La vicenda si è abbattuta sulla placida realtà novarese con clamore. Giuseppe Ruffier oltre ad essere uno stimato penalista, molto conosciuto in città, è attivo anche in politica. Ha tanti amici tra le fila del Pdl e della Lega, sia a livello novarese che regionale. “Conosco il presidente Roberto Cota sin da quando era bambino – dice – per questioni politiche ma anche perché, pure lui, ha una laurea in giurisprudenza. Stesso discorso per Massimo Giordano” (l’ex sindaco di Novara, ora assessore allo sviluppo economico in Regione e pure lui in quota Lega ndr).
Ha quindi conoscenze altolocate Ruffier, che ricorda quanto la sua passione per la politica abbia origini datate. Era infatti il 1982, quando dismise la sua tessera siglata col garofano rosso del Psi. “Oggi sono un appassionato senza accasamenti – spiega – ovvero senza essere iscritto a un partito ma con tanti ‘amici’, soprattutto nel centro destra”. È stato per rispondere a un loro appello, racconta, che si è candidato alle ultime elezioni amministrative. A Trecate, cittadina della provincia novarese dove Ruffier risiede e della quale fu già primo cittadino parecchi anni prima, si è presentato come capolista di un gruppo collegato al Pdl. Il candidato a sindaco, l’ex assessore alla cultura Rossano Canetta, aveva chiesto un nome di peso per far breccia sull’elettorato. Operazione evidentemente non riuscita, dato che anche a Trecate il vento è cambiato e a vincere è stato il centro sinistra.
Nel frattempo, l’inchiesta nella quale suo malgrado è finito e di cui non parla, dicendosi però “tranquillo di poter presto dimostrare tutta la mia estraneità”, ha rilanciato l’allarme ‘ndrangheta nel novarese. A permettere oltre Ticino l’infiltrazione dei Valle – clan collegato con la storica famiglia dei De Stefano di Reggio Calabria – è stato un imprenditore di Borgo Ticino, Pietro Raso, che tempo prima aveva avuto l’improvvida idea di chiedere un prestito al boss Fortunato Valle. Per rientrare da quel debito – che presentava interessi dal 20 per cento e rate mensili da 30 mila euro – Raso si era trasformato a sua volta in usuraio. Aveva così dato vita a un meccanismo che ha coinvolto diversi altri imprenditori, entrati prima come vittime poi trasformatisi in carnefici. Tra loro i fratelli Francesco e Omar Muraca, proprietari di una concessionaria di auto sempre a Borgo Ticino, e clienti di Ruffier. Secondo i magistrati sarebbero loro assieme a Raso e a un altro soggetto ad essere stati “istruiti illecitamente” dal penalista trecatese.
Al processo “Infinito” in corso a Milano e che porta alla sbarra gran parte della ‘ndrangheta in Lombardia, Ruffier è il legale di Carmine Verterame, di Borgomanero in provincia di Novara. Di lui scrivono i magistrati: “Di famiglia originaria di Isola Capo Rizzuto in provincia di Crotone, è affiliato alla ‘ndrangheta. In particolare fa parte del locale di Erba, mentre in passato era della locale di Varese; è comunque legato alla consorteria denominata ‘cosca Arena – Nicoscia’ di Isola di Capo Rizzuto”. Per il momento Verterame dovrà accontentarsi del sostituto di Ruffier, sino a che quest’ultimo non chiarirà la sua posizione nell’ambito dell’inchiesta Borgo pulito.