Brunetta, ci hai umiliato chiamandoci la parte peggiore d’Italia e non lasciandoci parlare. Ora ti toccherà sentire la voce delle piazze in cui i precari e le precarie si riuniranno per sfiduciarti e gridare la loro rabbia. La parte peggiore del paese siete proprio voi, i politici che vivono a distanza siderale dal mondo reale, e le imprese che si sono arricchite sfruttando il lavoro precario, abusando di contratti illegali, chiedendoci qualsiasi sacrificio con un solo obiettivo: mettersi in tasca più soldi, continuare a fare profitti anche se l’economia non va.
Per questo il 19 giugno abbiamo lanciato la Giornata dell’indignazione precaria a Roma e Milano. Domenica saremo in piazza a fianco del movimento della Global Revolution che dalle piazze di Madrid e Barcellona, occupate il 15 maggio dagli Indignados, ha contagiato l’Europa da Atene a Lisbona, e che anche in Italia si è diffuso in decine di città. Ma la cosa che più ci preme è riprenderci il diritto alla parola che ci hanno tolto. Anche sui giornali e in televisione, si parla di precari solo per compatirli e raccontare le loro sfighe. Mai che ci venga data la possibilità di parlare dei nostri bisogni e delle nostre idee. Mai che invece di parlare delle difficoltà di un precario si parli dell’impresa che lo ha precarizzato.
Quindi abbiamo deciso di seguire l’esempio dei nostri fratelli e sorelle spagnoli e di lanciare un appuntamento in cui precari e precarie possano parlare proprio di quello, confrontarsi, discutere, protestare ma anche ragionare di quali sono le nostre rivendicazioni e di come possiamo esigere che ci vengano restituiti i diritti che ci hanno tolto.
A Roma dalle 18 in piazza Montecitorio comincerà il presidio permanente che fino al 22 giugno griderà la sua voglia di sfiduciare Brunetta e il governo. A Milano dalle 18 in piazza Mercanti manderemo la nostra solidarietà ai precari di Roma e lanceremo un momento di presa di parola collettiva in cui tutti e tutte saranno invitati a esprimersi.
Chiediamo a tutti i precari e le precarie, ai lavoratori, a chi ha a cuore le sorti della generazione precaria e non sopporta più chi dall’alto dei palazzi della politica ci umilia e maltratta, di venire in piazza. Portate la vostra creatività, le vostre idee, la vostra rabbia. Contro chi non ci vuole far parlare, contro chi ci vuole zitti e con la testa china, risponderemo parlando di idee, di futuro, di conflitto, delle nostre rivendicazioni e di come ottenere che vengano ascoltate.
Vignetta di Arnald. Per ingrandire clicca qui