E' ancora scontro tra magistratura e Lega Nord. Provocato oggi dalle parole del ministro dell'Interno dal palco di Pontida. Un nuovo capitolo delle polemiche nate ieri, e continuate ancora oggi, dalle dichiarazioni di Bossi e Calderoli su una possibile "magistratura regionale". L'associazione dei togati risponde: "Applichiamo la legge, che è nazionale e per tutti"
Maroni, rivolgendosi alla base leghista riunita a Pontida per l’annuale raduno, lamentava gli ostacoli a una efficace gestione della crisi immigrazione. Prima di tutto la guerra in Libia, poi lo scarso aiuto della Nato e della Ue nei respingimenti dei barconi. Ma soprattutto, a bloccare l’azione di governo sarebbero i magistrati, tutti “a favore dei clandestini”, secondo il ministro. ”La magistratura non è contro nessuno – risponde Palamara -. Applica la legge, senza distinzioni, nei confronti di tutti, anche dei clandestini”. Una “cattiva propaganda” nei confronti dei togati che chi riveste ruoli istituzionali “sarebbe bene evitasse”, secondo il segretario dell’Anm, Giuseppe Cascini. “Tutti sanno che la legislazione italiana in materia di immigrazione è stata dichiarata in contrasto con i principi europei dalla Corte di Giustizia di Strasburgo – spiega Cascini – e dunque non è certo colpa della magistratura italiana se loro non sanno fare le leggi”.
Una polemica, quella tra il Carroccio e i magistrati, iniziata ieri. Quando Umberto Bossi, durante l’inaugurazione della Scuola di magistratura bergamasca, ha commentato: “Io mi sento più sicuro se vado a farmi giudicare da un magistrato che capisce il mio dialetto”. Togati “rappresentanti delle realtà locali” sarebbero necessari anche secondo il ministro Calderoli, intervenuto insieme al Senatùr. Che anche oggi, da Pontida, continua a dirsi felice “perché finalmente avremo anche magistrati padani”. “Nessuno può permettersi di dividerci in ambiti territoriali – ribatte Palamara – e trovo singolare che, mentre in Europa si parla di giudici europei, qui ci sia ancora chi invoca giudici provinciali”. Un’idea, quella di una “magistratura regionale”, che potrebbe avere anche serie ripercussioni secondo il segretario di Unicost, corrente dell’Anm, Marcello Matera. “La magistratura in Italia è istituzione perché applica il diritto nazionale – spiega – ma se non fosse unitaria verrebbe meno l’assetto fondamentale dello Stato”.