Riceviamo e volentieri pubblichiamo una dura nota del gruppo consiliare “Per Un’altra Città” di Firenze, circa l’ormai prossima approvazione del nuovo Piano strutturale della città, quello che, per dirla con lo slogan del sindaco Matteo Renzi, avrebbe dovuto essere a crescita zero… Mah… Ci piacerebbe raccogliere anche l’opinione del primo cittadino.
Mercoledì 22 giugno è prevista l’approvazione del nuovo piano urbanistico di Firenze, il cosiddetto Piano Strutturale. Negli ultimi due mesi sono state presentate le osservazioni al piano che, è necessario sottolineare, non saranno discusse in seno al Consiglio comunale ma proposte e approvate in blocco! Strano modo di intendere la partecipazione e la trasparenza da parte di un sindaco, Renzi, che ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia durante la campagna elettorale.
Una valutazione comparata delle osservazioni accolte e di quelle respinte porta alla conclusione che il Piano Strutturale controdedotto dagli uffici comunali è molto più pesante e negativo di quello adottato, proprio nel gioco di negazioni e nuovi inserimenti delle osservazioni stesse.
Infatti, a fronte della negazione di tutte le richieste della società civile e delle considerazioni del mondo urbanistico, scientifico ed ambientale (analisi critica dell’attuale sistema territoriale, piano per il centro storico, rete mobilità dolce, rapporti con l’area metropolitana, recupero sociale delle aree dismesse, ecc.), sono state soddisfatte invece vaste esigenze speculative, a cominciare:
Non viene elaborato un piano complessivo della mobilità, manca un disegno organico del trasporto pubblico su ferro, organico e integrato tra metrotreno, tramvie e navette, mentre non viene impedita la devastante previsione del doppio tunnel dell’Alta Velocità sotto Firenze. Da sottolineare l’errata previsione di numerosi parcheggi sotterranei sotto le piazze e i giardini storici alberati più belli della città e del centro storico, che notoriamente richiamano traffico e automobili, contraddicendo e screditando tutte le proposte del sindaco di pedonalizzazione del centro e di rottamazione delle auto.
E’ quindi confermato l’impianto del piano, decisamente di tipo neoliberista: il finanziamento della città pubblica è affidato alle operazioni speculative dei privati. A questi è consentita la trasformazione e la valorizzazione di contenitori, volumi, aree dismesse, aree inedificate in cambio di quote residuali di superfici da destinate ad attrezzature e spazi collettivi. Le procedure non sono del tutto affidabili: ampio è il ricorso alla perequazione e alla compensazione dei cosiddetti “diritti edificatori”, strumenti che di fatto sanciscono la subalternità dell’azione pubblica di governo del territorio all’iniziativa privata, strumenti fortemente criticati e contrastati dalla parte più avanzata e avveduta dell’urbanistica italiana.
Quanto ai dichiarati “volumi zero”, in una città come Firenze, ormai satura oltre ogni misura, trasformare una fabbrica dismessa in un condominio multipiani con decine di famiglie, tutte ampiamente motorizzate, oppure una ex caserma in albergo a cinque stelle, o un ex ospedale psichiatrico in villette di lusso, significa attuare operazioni di cosmesi urbana che di fatto aumentano il grado di congestione della città, ne distruggono le potenzialità di riqualificazione, e finiscono per valorizzare gli investimenti speculativi della proprietà immobiliare.
In verità il Piano in adozione non è a “volumi zero” perché il dimensionamento prevede:
Il Piano non è a “consumo zero di suolo” perché gli interventi previsti dall’attuale PRG e i trasferimenti di capannoni e laboratori incongrui con il contesto consolidato, saranno distribuiti su aree verdi e agricole non ancora urbanizzate.
Ebbene la città che ne esce è orribile, invivibile, senza alcuna prospettiva di risanamento e di recupero delle qualità urbane e territoriali. Riteniamo doveroso da parte dell’amministrazione Renzi riadottare il piano urbanistico perché diverso da quello iniziale. Il Piano che ne emerge è sostanzialmente una riedizione di quello di Domenici, già bocciato, e se possibile ulteriormente peggiorato. Si ignorano decenni di speranze e di collaborazioni, alla faccia della partecipazione che viene umiliata.
Che proprio per questa sua natura occorre che il consiglio esami individualmente ogni osservazione perché in molte le implicazioni urbanistiche e della politica urbana, anche nei confronti dei cittadini e di tanti anni di dibattito non vengano liquidate in un anonimo pacchetto di risposte.
Firenze deve sapere quale trappola e quale inganno si sta preparando per il suo futuro in maniera irreversibile. Dietro i facili paroloni propagandistici si nasconde la distruzione ed il soffocamento definitivo delle speranze di cambiamento di questa nostra sfortunata città.