Il capo dello Stato frena le richieste della Lega emerse nel raduno di Pontida: "E' nostro impegno stare con le Nazioni unite". Ma il Carroccio non arretra e il ministro dell'Interno rivendica: "Necessario andare via da Tripoli".
“L’Italia – ha detto il Capo dello Stato – non poteva guardare con indifferenza o distacco gli avvenimenti in Libia” e “non poteva rimanere inerte dinanzi all’appello del Consiglio di sicurezza perché si proteggesse una popolazione che chiede libertà, autonomia, giustizia, perché la si proteggesse dalla feroce repressione del regime del colonnello Gheddafi e le si aprisse la prospettiva di una pacifica evoluzione politica e civile verso forme di reggimento democratico”.
Ma la Lega non fa passi indietro e il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha insistito: “Non posso che ribadire quello che è stato detto sul “sacro” suolo di Pontida”. Ieri, ha ricordato, “abbiamo ripetuto la richiesta, ribadita alla Camera al presidente del Consiglio, di dire quando terminerà l’intervento. Questo è l’unico modo per fermare gli sbarchi di profughi dalla Libia”. Maroni ha spiegato di criticare l’intervento militare perché “inefficace” e si è augurato che la “diplomazia riprenda il suo corso”. Quindi, ha ricordato che “da qui al 30 giugno c’è il rinnovo di tutte le operazioni di pace. Sarà utile discutere laicamente, valutando i risultati. Bisogna chiedersi se ci sono i risultati o se sarebbe meglio utilizzare i soldi in altro modo”. Secondo il titolare del Viminale, insomma, sarebbe “utile per tutti trovare soluzioni alternative” all’intervento militare in Libia.
Ma il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha spiegato che la presenza delle forze Nato in Libia “oggi è necessaria” anche se “quanto prima si trova una soluzione, tanto meglio sarà”. Detto questo, però, “l’Italia sarà coerente con gli impegni internazionali già assunti”. Lascia uno spiraglio il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ricorda che l’Italia è impegnata militarmente al fianco della Nato in Libia “per tre mesi” ma “nessuno ci vieta di valutare cosa fare al termine dell’impegno. Anzi dobbiamo farlo”.
Intanto l’Idv sfida il Carroccio con una mozione per il ritiro delle truppe dall’Afghanistan e dalla Libia. Antonio Borghesi ha sottolineato: “Il governo sostiene che c’è pieno accordo tra Bossi e Berlusconi, come anche tra Pdl e Lega. Vedremo come voteranno. Vedremo se le parole di Bossi sono un bluff e se il Carroccio dice sciocchezze oppure se mantiene la posizione”.