La Gran Bretagna che non ti aspetti. Secondo l’ong Transparency International (TI) la corruzione nel Paese è in costante crescita, soprattutto nella politica, nello sport e nelle prigioni. Soltanto il traffico di droga nei penitenziari costituisce un giro d’affari di circa 100 milioni di sterline l’anno (oltre 114 milioni di euro) e il Governo non sembra per niente intenzionato a fare qualcosa, anzi rischia di indebolire i controlli interni. La corruzione in Gran Bretagna, valuta TI, “è ben più diffusa e radicata di quanto si pensi”, e gli organi che dovrebbero contrastarla “sono stati indeboliti o sono sul punto di essere smantellati”.
A destare più preoccupazione è la corruzione a livello politico. TI denuncia che “i meccanismi che controllano la condotta dei politici sono stati messi da parte dalla politica dei tempi moderni e dei tagli forsennati”, nonostante gli scandali degli ultimi anni. Come il caso del deputato laburista Eric Illsley, che lo scorso gennaio ha ammesso di essersi intascato 14.500 sterline di rimborsi spese senza averne diritto. Giudicato colpevole al processo, è stato condannato a 12 mesi di carcere. Si è dimesso l’8 febbraio. Ma la politica sembra essere cieca di fronte a questi casi e sorda alle preoccupazioni dei cittadini, che secondo un recente sondaggio di TI sono per più della metà consapevoli che negli ultimi tre anni la corruzione in Gran Bretagna sia aumentata.
“Il pericolo è che alcuni infelici cambiamenti istituzionali nei settori della spesa pubblica possano creare un ambiente più vulnerabile alla corruzione”, avverte l’associazione. “Fa paura la possibilità che i ministri decidano di abolire la commissione di controllo, il cane da guardia che monitora la spesa dei governi locali e quella sanitaria”. L’Independent Parliamentary Standards Authority (Ipsa) ha reso noto i rimborsi spese dei politici britannici nei primi due mesi del 2011: 3,2 milioni di sterline (3.657.920 di euro), dei quali solo lo 0,6% è stato giudicato non rimborsabile. Ad esempio le 15 sterline (17,10 euro) del conto al ristorante del ministro dei Trasporti Norman Baker e le 9.99 sterline (11.4 euro) delle fototessere del passaporto dell’ex segretario agli Esteri Sir Malcolm Rifkind. Ma i problemi maggiori sono altri. Secondo Chandrashekhar Krishnan, direttore esecutivo di TI, “c’è una compiacenza e un’ignoranza dell’estensione del problema in alcuni settori chiave della politica britannica”.
E se la politica non sta bene nemmeno lo sport scoppia di salute. L’associazione denuncia l’aumento di casi d’incontri combinati nel cricket e nel rugby, nonché “pagamenti irregolari” nel trasferimento di alcuni calciatori nella dorata Premier Ligue inglese. Per non parlare dello stato delle prigioni britanniche: secondo TI si stanno trasformando in un super agglomerato di malaffare e corruzione. Il traffico di droga nei penitenziari raggiungerebbe i 100 milioni di sterline l’anno, con secondini compiacenti che portano addirittura i cellulari agli amici degli amici in cella. Un problema secondo TI “a lungo ignorato dai policy makers”, mentre “il sistema penitenziario ha ridotto la propria capacità di monitorare ed investigare i casi di corruzione”.
Insomma passata la sbornia mediatica del matrimonio tra William e Kate, la Gran Bretagna si trova oggi a fare i conti con una situazione da allarme rosso. Transparency International ha annunciato la pubblicazione a breve di un dettagliato studio sulla corruzione nel Regno Unito dopo ben due anni di ricerca, nel quale verranno evidenziati i punti più oscuri di un sistema spesso portato ad esempio di virtuosità e trasparenza sul palcoscenico internazionale.