Monica Setta e Anna La Rosa. Ogni volta che, per accidenti, mi capitava di vederle in video, nei loro Fatto del giorno Telecamere, un moto spontaneo veniva da dentro, un grande interrogativo eruttava dalla mia testa: com’è possibile che abbiamo un programma in televisione?

La tv italiana ci ha abituato a tutto, è vero. Ma il giornalismo vacuo, lezioso, pettegolo proposto dalla due conduttrici, configurava un mistero.

Naturalmente, non avevo capito nulla: che ingenuo che sono.

A svelare l’arcano è stato proprio l’ex direttore della Rai Mauro Masi durante i suoi recenti interrogatori alla Procura di Napoli: “Bisignani per la verità insieme a tanti altri, – dice Masi ai magistrati mi ha chiesto la cortesia di far lavorare Monica Setta, ma io non l’ho rinnovata perché fa una televisione che non mi piace. Per la Setta mi hanno chiamato esponenti di tutto l’arco costituzionale” (per la cronaca, la Setta annuncia querela).

Ma ce n’è anche per la giornalista calabrese. “Anche per Anna La Rosa mi ha telefonato tutto l’arco politico istituzionale, compreso Bisignani, sponsorizzando la La Rosa ai servizi parlamentari; anche per Anna La Rosa, come per la Setta, io ero contrario”.

Non stupiscono queste pressioni: Masi, sempre nell’interrogatorio, spiega qual è la sua vision manageriale della televisione di Stato: “Ho chiesto a Bisignani di informarsi presso Letta su quale fosse l’atteggiamento della politica su talune questioni inerenti alle nomine Rai”.

Ok, dirà qualcuno, Masi si dice contrario a far lavorare le due giornaliste. Ma non è questo il punto: la Setta e la La Rosa hanno avuto tempo addietro i loro programmi e impazzano in tv da anni. E perché? In base a quali criteri? Si dice che la tv è sempre uguale, che non c’è ricambio: tanta superficialità e nessuna idea. Ma cos’altro aspettarsi quando sono le modalità raccontate da Masi quelle che stabiliscono chi e come  fa “cultura” e “informazione”?

Lo scorso anno, il critico televisivo Aldo Grasso dedicò proprio alla Setta una puntata della sua web-rubrica Televisioni (il video della puntata, qui sopra, è tratto da Corriere.it). Dice Grasso: “Quando vedo la Setta non mi viene in mente niente: vorrei subito chiudere la televisione e cambiare canale. Perché una che fonda il suo salotto televisivo sulla banalità e sui luoghi comuni ha spazio?”. Perché, si rispose, “molti politici sono morti di fama e pur di apparire andrebbero dappertutto”, compreso il programma della Setta.

È così, certamente, ma oggi noi ingenui abbiamo scoperto anche un altro motivo. Se gli spettatori guardando Anna La Rosa e Monica Setta s’interrogavano sul perché della loro messa in onda, c’era “tutto l’arco costituzionale” che voleva vedere quei programmi.

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