Il sindaco di Racalmuto (Agrigento), Salvatore Petrotto, è indagato con l’ accusa di avere favorito Cosa Nostra, con l’affidamento diretto di due lavori ad imprese riconducibili all’allora boss Maurizio Di Gati. Al primo cittadino del paese che ha dato i natali a Leonardo Sciascia è stato notificato un avviso di garanzia, con invito a presentarsi il primo luglio per essere interrogato dai magistrati della Dda di Palermo. Petrotto ha rimesso il suo mandato, scrive il giornale di Sicilia.
Secondo il boss poi divenuto collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati, Petrotto avrebbe personalmente inscenato gli attentati di cui fu vittima a partire dal 1993. “Mi hanno distrutto umanamente, hanno distrutto la mia storia – ha detto Petrotto -. Io non avrei mai messo in pericolo l’incolumità della mia famiglia, dei miei figli, dei condomini del palazzo dove abitavo quando mi hanno bruciato le macchine”.
Petrotto,49 anni compiuti una settimana fa, è un docente di lettere in un istituto professionale prestato alla politica. A Racalmuto è al suo terzo mandato come sindaco dopo numerosi cambi di casacca. Petrotto comincia a far politica attiva negli anni Novanta con la Rete di Leoluca Orlando, che lo candida senza successo anche alle nazionali e alle regionali. Viene eletto sindaco di Racalmuto nel 1993 e lo rimarrà fino al 2002. Alle amministrative del 2007 torna in pista fra le fila dell’Italia dei valori, e viene eletto sindaco per le terza volta. Nel 2009 la spaccatura con l’Idv diventa incolmabile e Petrotto si avvicina, senza però mai essere tesserato, all’Mpa. Nell’ultimo anno, il sindaco manifesta simpatie per il Partito del sud dell’ex sindacalista Beppe De Santis.
Lo scorso anno, prima di venire coinvolto in un’inchiesta per spaccio di droga, Petrotto aveva ammesso d’aver fatto uso di cocaina, precisando però che si trattava “di episodi sporadici collegati ad un momento particolare della mia vita”. Nel 2009, nell’ambito di un’altra operazione antidroga venne arrestato il suo assessore ai Lavori pubblici. E’ stato accusato, sempre nel 2010, di concussione: avrebbe chiesto denaro all’amministratore delegato della società idrica Girgenti Acque.