L’Associazione italiana dei giuristi democratici è estremamente preoccupata per la possibilità di nuove azioni violente e illegali da parte delle Forze armate israeliane nei confronti della Freedom Flotilla 2 di solidarietà verso Gaza, che, come poco più di un anno fa, determini vittime innocenti e nuovi gravissimi vulnera al diritto internazionale.
Come chiaramente stabilito dalla Commissione di inchiesta creata dalle Nazioni Unite dopo i gravi fatti dello scorso anno, l’azione israeliana violò in tale occasione varie norme di diritto internazionale. In particolare, come afferma il paragrafo 262 del rapporto di tale Commissione d’inchiesta, l’aggressione alla Flotilla da parte della Marina israeliana costituì con ogni evidenza un atto illecito. Il paragrafo 264 specifica che non si trattò solo di atto sproporzionato, ma ingiustificatamente violento e brutale, tale da costituire una grave violazione del diritto internazionale dei diritti umani e di quello umanitario.
Il blocco di Gaza e la punizione indiscriminata della popolazione civile che esso rappresenta costituiscono del pari gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani delle popolazioni coinvolte.
Riteniamo che sia un preciso dovere delle istituzioni italiane a ogni livello vigilare affinché non si diano nuove tragiche ripetizioni di quanto avvenuto un anno fa nelle acque internazionali del Mediterraneo. Ciò in ottemperanza degli articoli 10 e 11 della Costituzione repubblicana, nonché dei doveri che incombono sull’Italia in quanto firmataria della Carta delle Nazioni Unite, delle Convenzioni di Ginevra sul diritto internazionale umanitario, dei Patti internazionali sui diritti umani e di ogni altro atto internazionale rilevante di cui l’Italia sia parte. Ricordiamo inoltre che la Corte internazionale di giustizia, nel suo Parere sul muro costruito in territorio palestinese del 9 luglio 2004, ha affermato l’obbligo di tutti gli Stati a imporre a Israele, fra l’altro, il rispetto degli obblighi che gli incombono ai sensi del diritto internazionale umanitario (pagina 70).
E’ quindi dovere delle istituzioni attivarsi in questo senso, nel supremo interesse della pace, della sicurezza internazionale e della tutela dei diritti umani di popoli da tempo vittime di gravi crimini, nonché degli attivisti internazionali che, in modo pacifico, si adoperano per garantire il rispetto di tali diritti, purtroppo invece il più delle volte ignorati dagli Stati.