“Come sempre dovrò intervenire io”. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe commentato l’emergenza rifiuti a Napoli con una delegazione del Pdl campano inviata a Roma. “Vedo che de Magistris non ce l’ha fatta in cinque giorni”, avrebbe continuato il premier, nei racconti di chi era presente. “Berlusconi fa sorridere – è stata la pronta risposta del neosindaco partenopeo -, ha abbandonato Napoli a se stessa”. Mentre la polemica politica si infiamma sia al governo che in regione, in città proseguono i blocchi, le proteste e i roghi notturni d’immondizia. Ancora 2.400 tonnellate quella non raccolta.
Una “iniziativa istituzionale” è la risposta annunciata dal presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, dopo un colloquio con il Cavaliere. Ma si spacca intanto il Consiglio regionale: l’opposizione lascia l’aula e non vota la risoluzione per aprire una discarica a Napoli e riattivare l’impianto di Macchia Soprana, nel Salernitano. Che passa con i voti della sola maggioranza. Contrario il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, che guida anche la commissione difesa della Camera. Sulla risoluzione potrebbe quindi aprirsi un caso politico: Cirielli, nei giorni scorsi, aveva minacciato di lasciare il Pdl se non fosse stato approvato dal governo il decreto, bloccato dalla Lega, per consentire i trasferimenti dei rifiuti campani fuori dalla regione. La stessa richiesta dal sindaco Luigi de Magistris per risolvere la crisi in cinque giorni. “Il nostro piano è stato sabotato, chiaro che stiamo toccando equilibri consolidati – dice -. Forze oscure si stanno mettendo di traverso”.
Il presidente della provincia di Napoli, Cesaro, ha intanto incassato in mattinata il via libera del Tar della Campania alla sua richiesta di sospensione dell’ordinanza del sindaco di Caivano, Antonio Falco, che impediva l’utilizzo del sito di trasferenza. Ma la popolazione delo comune partenopeo, fa sapere il primo cittadino, “è amareggiata e pronta a difendere il territorio contro nuovi sversamenti provenienti da Napoli”. Gli altri due siti autorizzati dalla provincia di Napoli ad Acerra rimangono, invece, ancora inaccessibili. Al termine di un comitato provinciale per l’ordine pubblico, in prefettura, è stata decisa l’attivazione di un nucleo di pronto intervento dedicato all’emergenza e il potenziamento dei dispositivi di prevenzione. Ma l’attesa sarà lunga: in base all’intesa di ieri tra Comune, provincia e regione – anche facendo ricorso alla solidarietà delle altre province campane – serviranno almeno 15-20 giorni per ritornare alla normalità.
Mentre è al limite intanto l’esasperazione dei cittadini: nella scorsa notte sono stati appiccati 30 roghi e nella serata di ieri, a pochi passi da piazza del Plebiscito, i residenti dei Quartieri Spagnoli con guanti, tute bianche monouso e mascherine sulla bocca, hanno prelevato i sacchetti dai vicoli per disseminarli lungo la centralissima via Toledo, strada simbolo della città trasformata in discarica. Una situazione che si aggrava sempre di più con l’aumentare delle temperature. Se l’emergenza non verrà risolta “entro 24-36 ore”, avverte la professoressa Maria Triassi, direttore del dipartimento di Igiene ospedaliera, “credo si possano creare gli estremi per la chiusura degli esercizi commerciali, dei ristoranti, delle rivendite alimentari”. “Addirittura – aggiunge – ritengo sia messa in pericolo anche l’abitabilità di alcuni quartieri della città e di alcuni comuni della provincia”.