Così il Tribunale di Roma ha deciso di scarcerare, dopo 16 mesi, l'imprenditore coinvolto nel riciclaggio di due miliardi di euro. Trasferendolo ai domiciliari nella sua residenza romana. Secondo i periti soffre di una patologia cardiovascolare con "aumentati rischi di infarto acuto e ictus ischemico cerebrale"
Il tribunale ha confermato le esigenze cautelari per Mokbel, ritenute “pienamente sussistenti”, considerati “l’oggettiva e notevole gravità dei fatti” e il “ruolo di primissimo piano” che l’accusa imputa a all’imprenditore. Il giudice ha però deciso di accogliere la consulenza sanitaria dei periti di parte da cui, scrive il tribunale, “scaturisce un quadro oggettivamente preoccupante delle condizioni di salute dell’imputato”. In particolare, Mokbel soffrirebbe di una patologia cardiovascolare con “aumentati rischi di infarto acuto del miocardio e di ictus ischemico cerebrale”. Così gli sono stati assegnati gli arresti domiciliari nella sua casa romana, “con divieto assoluto di comunicare, con qualsiasi mezzo anche telefonico o informatico – ha stabilito il tribunale – con persone diverse da quelle che con lui coabitano, lo assistono o lo difendono”.
La procura aveva espresso il suo parere contrario, mentre i legali di Mokbel chiedevano da tanto che la loro istanza fosse accolta. L’imputato da qualche giorno aveva anche cominciato uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni, a suo dire, intollerabili del carcere di Civitavecchia.