Ma è troppo presto per celebrare la fine della videocrazia, ammonisce lo scrittore Aldo Nove. La nostra realtà è stata sì forzatamente rappresentata sul piano edonistico della televisione, nella sua diffusa esaltazione estetica, eppure incominciamo a saggiarne l’inconsistenza: la realtà inizia a esser «avvertita come alterata ma anche non più soddisfacente, non più appagante, non più seducente». Una realtà che passa per il flusso libero delle informazioni, attraverso i social network, e che viviamo come una rivoluzione democratica epocale: «O almeno ci piace pensarlo. Ci piace riscontrarlo nella primavera nord-africana, nei movimenti di massa che ci sono in Spagna, in Grecia. Nel flop italiano del sabotaggio televisivo dei referendum. Nell’agonia del berlusconismo. La realtà è in crisi. Non è quella riflessa sul muro delle nostre caverne. Non lo è mai stata. Ma oggi, forse, ci siamo stancati anche di sognarlo».
E, tanto per saggiare la realtà sognata del favoloso mondo di YouTube, Camilla Tagliabue incontra alcuni dei giovanissimi maghi italiani della rete.
Ancora sul nuovo Saturno, una provocazione del filosofo francese Pascal Bruckner: sinistre e ambientalisti sono vittime del fascino perverso della catastrofe, e compiono scelte emotive e suicide in campo energetico. Ma davvero viviamo l’epoca della nostra apocalissi? Oppure ci sono ragioni per opporsi all’idea che sia arrivato il tempo della nostra fine?
E per (non) finire, da non perdere una polemica artistica di Tomaso Montanari, che prende di mira nientemeno che Papa Ratzinger!