Giovanni Maria Jacobazzi era arrivato a Parma con il compito di recuperare la reputazione della polizia municipale dopo che, a settembre del 2008, alcuni vigili si resero protagonisti del pestaggio del ragazzo ghanese Emmanuel Bonsu. Ma a tre anni dal suo arrivo il bilancio è a dir poco disgraziato per sé e per la credibilità dell’intero corpo dei vigili di Parma.
Jacobazzi è stato arrestato stamattina per corruzione, peculato e tentata concussione. Episodi più che sgradevoli che, utilizzando le stesse parole degli inquirenti: “servivano per trarre vantaggio personale dal sistema dei finti o inadeguati lavori pubblici, oltre a favorire con fare deontologicamente deprecabile personaggi cittadini e locali pubblici per evitare il pagamento di sanzioni già comminate o a consentire, attraverso un uso spregiudicato del proprio comando, le loro attività irregolari con il soddisfacimento di necessità di qualche imprenditore locale”.
In poche parole, il comandante dei vigili sarebbe stato a conoscenza del pesante giro di corruzione e mazzette che c’era dietro l’appalto di opere pubbliche, ma ha chiuso occhi, bocca e anche favorito queste azioni in cambio di vantaggi personali.
Senza contare che per difendere un noto imprenditore parmigiano, a cui un vigile aveva elevato una contravvenzione in quanto il suo ristorante possedeva un dehors non a norma nella centralissima via Farini, Jacobazzi è arrivato addirittura a minacciare di trasferimento il suo sottoposto se non avesse annullato immediatamente la multa.
E ancora: Jacobazzi è stato colto in flagrante, con tanto di prova fotografica, mentre accettava 4mila euro da un investigatore privato a Monza in cambio di informazioni riservate su alcune persone, contenute solo negli archivi delle forze dell’ordine.
Pensare che era stato chiamato a Parma proprio per la sua reputazione integerrima. Proveniente dal corpo dei Carabinieri, Jacobazzi avrebbe dovuto portare nuova disciplina e rispetto verso le regole alla polizia municipale.
Di origine romane, aveva svolto molti incarichi nell’Arma, tra cui quello di comandante del nucleo radiomobile di Monza, dal 2003 al 2005, e poi trasferito al Nas di Milano. Tanto che proprio due settimane fa, il comandante aveva promosso otto provvedimenti disciplinari nei confronti di alcuni vigili che peccavano di assenteismo e di comportamenti non conformi e inadeguati alla divisa che indossavano.
“Quando una persona porta una divisa – aveva dichiarato solo due settimane fa Jacobazzi – ci si aspetta sempre grande professionalità, senso del dovere e rispetto dei compiti affidatogli. Sono purtroppo dovuto intervenire in maniera decisa per correggere il comportamento di alcuni agenti, che stridevano con i valori e la tradizione che caratterizzano il Corpo della Municipale di Parma e quello della stragrande maggioranza dei vigili in servizio. Il segnale che ho voluto mandare è che chi lavora al servizio del cittadino deve lui, per primo, mostrare disponibilità, etica del lavoro e correttezza”.
Ma il comandante aveva anche scritto un libro, in accordo con l ‘assessorato comunale alla sicurezza, intitolato ‘Il galateo del vigile’. Un vademecum consegnato ad ogni agente in cui Jacobazzi spiegava come impersonare ‘il vigile perfetto’. Quel vigile perfetto, solidale e al servizio dei cittadini che Parma aveva cercato di promuovere anche attraverso il film ‘Baciato dalla fortuna’, girato l’anno scorso e finanziato da fondi pubblici. Un vigile impersonato da Vincenzo Salemme e che di cognome faceva proprio ‘Jacobazzi’.
Ma da quanto emerge dall’inchiesta ‘Green money’, assieme al comandante ‘Jacobazzi’ del megaschermo, a ricevere i soldi dei cittadini di Parma c’era anche il comandante vero.
Giulio Colla