“Risaliamo la penisola e andiamo nella civilissima Parma dove il corrotto di turno i soldi li prendeva così”. Era il 20 marzo scorso quando la trasmissione di RaiTre Presadiretta di Riccardo Iacona aveva raccontato nella puntata “Corrotti” alcuni casi. Tra questi, appunto, aveva ricostruito la prima parte dell’indagine emiliana “Green Money” condotta dalla guardia di finanza che ha portato alla seconda ondata di arresti di oggi.
L’inchiesta di Presadiretta, curata dal giornalista Danilo Procaccianti, era partita dal parmense Nunzio Tannoia, 48 anni, funzionario della municipalizzata che si occupa di ecologia, acqua e rifiuti Enia. Dopo oltre un anno di attività investigative, comprese le intercettazioni ambientali che hanno accertato lo scambio di mazzette, era stato ricostruito un giro di tangenti dai 4 ai 7 mila euro che gli imprenditori avrebbero pagato a Tannoia.
Oltre a lui, agli arresti erano finiti anche Gianluca Allodi, Francesco Borriello e Alessandro Forni, in un secondo momento rimesso in libertà. E le fiamme gialle avevano descritto un sistema di corruzione negli appalti pubblici che vedeva il funzionario Enia in primo piano. L’azienda, infatti, si occupava per conto del Comune della manutenzione ordinaria e straordinaria di parchi, giardini e rotonde. Milioni di euro che mai avevano destato, prima delle ordinanze di custodia cautelare, un solo interrogativo.
Danilo Procaccianti, realizzando il suo servizio, ha incontrato per primo Italo Fiorani, sindacalista della Cisl e per vent’anni occupato a Enia. “Tra il 2005 e il 2006”, ha detto Fiorani al giornalista di Presadiretta, “abbiamo cominciato a vedere e a capire che venivano fatti affidamenti di lavori ad aziende non conosciute e non pagati in modo corretto o pagati molto di più del lavoro vero e proprio. Lavori da 20 mila euro diventavano da 200 mila. Oppure c’erano lavori destinati, ma non fatti e solo pagati. C’era la fattura ufficiale da 10 mila euro e quella ufficiosa da 100 mila”.
Una situazione di cui il management Enia non sarebbe stata all’oscuro perché Fiorani l’ha evidenziata. “Ho iniziato a denunciarla già dal 2006 a tantissimi dirigenti. Era lampante che il nuovo responsabile prendeva denaro dalle aziende per affidargli lavori o più lavori. Per essere proprio chiari e precisi prendeva delle mazzette che non erano solo soldi, ma spesso anche proprietà, macchine, gioielli, telefoni”.
Un tatuatore che diventa dirigente del verde pubblico. Il soggetto di queste affermazioni è sempre lui, Nunzio Tannoia, dal 2005 responsabile del verde pubblico, anno in cui avvia anche la riorganizzazione dell’ufficio. “Nel giro di sei mesi, un anno”, spiega ancora il sindacalista della Cisl, “ha completamente smantellato, licenziato e accorpato su di sé tutti i rapporti con questa gente e anche con alcuni dirigenti del Comune.”
Italio Fiorani, alle telecamere di RaiTre, fa anche i nomi di chi avrebbe voluto Tannoia lì dove si trovava: l’allora responsabile del settore, Mauro Bertoli, promosso poi a direttore generale della Società operativa territoriale. La scelta, ai tempi, aveva destato curiosità in qualcuno perché Tannoia aveva un percorso professionale del tutto diverso, dato che fino ad allora aveva fatto il tatuatore. “Non avrei altra spiegazione se non il fatto che sia stato scelto con certe finalità”, ha concluso Fiorani, “trovare dei soldi per se stesso o forse anche per qualcun altro”.
Interpellato dal giornalista, Bertoli aveva negato in merito al suoi coinvolgimento diretto nella nomina di Tannoia. “Abbiamo seguito tutte le procedure aziendali pertanto non c’è nulla di vero in tutto ciò”. E in merito alle notizie su presunte tangenti che Fiorani aveva comunicato a Enia, ha detto: “Non posso rilasciare alcun tipo di dichiarazione in quanto l’azienda ha deciso che le dichiarazioni le rilascia solo l’ufficio di relazioni pubbliche”.
“Una selezione che non so neanche in che anno…” Quando il giornalista di Presadiretta ha realizzato il suo servizio, Enia non gestiva più il verde pubblico di Parma per mancato rinnovo del contratto ed era confluita nella multiservizi Iren. Così era stato chiesto a Xelina Xerra, responsabile della comunicazione, qualche dettaglio ulteriore rispetto alle parole di Bertoli.
A lei, dunque, il compito di dire in base a quali criteri era stato selezionato Nunzio Tannoia. “Le persone che entrano a far parte della società”, aveva risposto, “vengono scelte con attività di selezione. Il direttore di Enia Parma, all’epoca dei fatti, era il dottor Bertoli”. E alla domanda se fosse stato proprio lui a scegliere il dipendente “infedele”, ha detto: “No, non ho risultanze di questo tipo”.
“Non lo sa oppure mi può dire di no?” l’aveva incalzata il giornalista e lei, con un sorriso imbarazzato e il palmo della mano di fronte alla telecamera per chiedere di fermare un attimo la registrazione, aveva poi risposto: “Ritorniamo al punto di prima, parliamo di una selezione avvenuta non so neanche in che anno…”
Tannoia ha trascorso in carcere quattro mesi e non ha rivelato l’identità di nessuno ai magistrati. Ma rimane un altro nodo da risolvere: la totale cecità del Comune di Parma, con un bilancio disastrato al punto da far temere la bancarotta, di fronte a lavori appaltati e mai eseguiti.
Giorgio Pagliari, capogruppo del Pd in consiglio, ha detto: “La responsabilità politica dell’amministrazione e quindi dell’assessore è evidente. È evidente che dal punto di vista amministrativo qualcosa che non quadra c’è”. E ha rincarato: “Il dirigente della gestione del verde in Comune è stato promosso a dirigente di tutta la struttura”.
L’assessore: “Basta una potatura in più che i costi triplicano”. E allora le domande, intanto infittitesi con la promozione di cui sopra, sono state girate proprio all’assessore competente, Cristina Sassi. “Mi è sufficiente che ci sia da fare uno sfalcio in più su 3 milioni di metri cubi o un giro di potature in più in 70 mila piante che abbiamo, che altro che raddoppiarsi, si devono triplicare i costi. Al di là di quello che possa dire il dirigente, c’è un preziario”.
“Si parla di fatture per lavori mai eseguiti”, faceva notare il giornalista. E l’assessore: “Non credo che sia possibile. Bisognerà provare quelli che sono i lavori mai eseguiti”. A proposito della promozione del dirigente del settore ambiente, ha infine detto: “Ha avuto, più che una promozione, un riconoscimento per la lunga attività che ha svolto all’interno dell’amministrazione comunale. Sono anni che ne fa parte e dalle indagine interne non sono emersi rilievi penali”.
Emilia Romagna - Cronaca
Così si spartivano soldi (Il reportage di Presadiretta)
“Risaliamo la penisola e andiamo nella civilissima Parma dove il corrotto di turno i soldi li prendeva così”. Era il 20 marzo scorso quando la trasmissione di RaiTre Presadiretta di Riccardo Iacona aveva raccontato nella puntata “Corrotti” alcuni casi. Tra questi, appunto, aveva ricostruito la prima parte dell’indagine emiliana “Green Money” condotta dalla guardia di finanza che ha portato alla seconda ondata di arresti di oggi.
L’inchiesta di Presadiretta, curata dal giornalista Danilo Procaccianti, era partita dal parmense Nunzio Tannoia, 48 anni, funzionario della municipalizzata che si occupa di ecologia, acqua e rifiuti Enia. Dopo oltre un anno di attività investigative, comprese le intercettazioni ambientali che hanno accertato lo scambio di mazzette, era stato ricostruito un giro di tangenti dai 4 ai 7 mila euro che gli imprenditori avrebbero pagato a Tannoia.
Oltre a lui, agli arresti erano finiti anche Gianluca Allodi, Francesco Borriello e Alessandro Forni, in un secondo momento rimesso in libertà. E le fiamme gialle avevano descritto un sistema di corruzione negli appalti pubblici che vedeva il funzionario Enia in primo piano. L’azienda, infatti, si occupava per conto del Comune della manutenzione ordinaria e straordinaria di parchi, giardini e rotonde. Milioni di euro che mai avevano destato, prima delle ordinanze di custodia cautelare, un solo interrogativo.
Danilo Procaccianti, realizzando il suo servizio, ha incontrato per primo Italo Fiorani, sindacalista della Cisl e per vent’anni occupato a Enia. “Tra il 2005 e il 2006”, ha detto Fiorani al giornalista di Presadiretta, “abbiamo cominciato a vedere e a capire che venivano fatti affidamenti di lavori ad aziende non conosciute e non pagati in modo corretto o pagati molto di più del lavoro vero e proprio. Lavori da 20 mila euro diventavano da 200 mila. Oppure c’erano lavori destinati, ma non fatti e solo pagati. C’era la fattura ufficiale da 10 mila euro e quella ufficiosa da 100 mila”.
Una situazione di cui il management Enia non sarebbe stata all’oscuro perché Fiorani l’ha evidenziata. “Ho iniziato a denunciarla già dal 2006 a tantissimi dirigenti. Era lampante che il nuovo responsabile prendeva denaro dalle aziende per affidargli lavori o più lavori. Per essere proprio chiari e precisi prendeva delle mazzette che non erano solo soldi, ma spesso anche proprietà, macchine, gioielli, telefoni”.
Un tatuatore che diventa dirigente del verde pubblico. Il soggetto di queste affermazioni è sempre lui, Nunzio Tannoia, dal 2005 responsabile del verde pubblico, anno in cui avvia anche la riorganizzazione dell’ufficio. “Nel giro di sei mesi, un anno”, spiega ancora il sindacalista della Cisl, “ha completamente smantellato, licenziato e accorpato su di sé tutti i rapporti con questa gente e anche con alcuni dirigenti del Comune.”
Italio Fiorani, alle telecamere di RaiTre, fa anche i nomi di chi avrebbe voluto Tannoia lì dove si trovava: l’allora responsabile del settore, Mauro Bertoli, promosso poi a direttore generale della Società operativa territoriale. La scelta, ai tempi, aveva destato curiosità in qualcuno perché Tannoia aveva un percorso professionale del tutto diverso, dato che fino ad allora aveva fatto il tatuatore. “Non avrei altra spiegazione se non il fatto che sia stato scelto con certe finalità”, ha concluso Fiorani, “trovare dei soldi per se stesso o forse anche per qualcun altro”.
Interpellato dal giornalista, Bertoli aveva negato in merito al suoi coinvolgimento diretto nella nomina di Tannoia. “Abbiamo seguito tutte le procedure aziendali pertanto non c’è nulla di vero in tutto ciò”. E in merito alle notizie su presunte tangenti che Fiorani aveva comunicato a Enia, ha detto: “Non posso rilasciare alcun tipo di dichiarazione in quanto l’azienda ha deciso che le dichiarazioni le rilascia solo l’ufficio di relazioni pubbliche”.
“Una selezione che non so neanche in che anno…” Quando il giornalista di Presadiretta ha realizzato il suo servizio, Enia non gestiva più il verde pubblico di Parma per mancato rinnovo del contratto ed era confluita nella multiservizi Iren. Così era stato chiesto a Xelina Xerra, responsabile della comunicazione, qualche dettaglio ulteriore rispetto alle parole di Bertoli.
A lei, dunque, il compito di dire in base a quali criteri era stato selezionato Nunzio Tannoia. “Le persone che entrano a far parte della società”, aveva risposto, “vengono scelte con attività di selezione. Il direttore di Enia Parma, all’epoca dei fatti, era il dottor Bertoli”. E alla domanda se fosse stato proprio lui a scegliere il dipendente “infedele”, ha detto: “No, non ho risultanze di questo tipo”.
“Non lo sa oppure mi può dire di no?” l’aveva incalzata il giornalista e lei, con un sorriso imbarazzato e il palmo della mano di fronte alla telecamera per chiedere di fermare un attimo la registrazione, aveva poi risposto: “Ritorniamo al punto di prima, parliamo di una selezione avvenuta non so neanche in che anno…”
Tannoia ha trascorso in carcere quattro mesi e non ha rivelato l’identità di nessuno ai magistrati. Ma rimane un altro nodo da risolvere: la totale cecità del Comune di Parma, con un bilancio disastrato al punto da far temere la bancarotta, di fronte a lavori appaltati e mai eseguiti.
Giorgio Pagliari, capogruppo del Pd in consiglio, ha detto: “La responsabilità politica dell’amministrazione e quindi dell’assessore è evidente. È evidente che dal punto di vista amministrativo qualcosa che non quadra c’è”. E ha rincarato: “Il dirigente della gestione del verde in Comune è stato promosso a dirigente di tutta la struttura”.
L’assessore: “Basta una potatura in più che i costi triplicano”. E allora le domande, intanto infittitesi con la promozione di cui sopra, sono state girate proprio all’assessore competente, Cristina Sassi. “Mi è sufficiente che ci sia da fare uno sfalcio in più su 3 milioni di metri cubi o un giro di potature in più in 70 mila piante che abbiamo, che altro che raddoppiarsi, si devono triplicare i costi. Al di là di quello che possa dire il dirigente, c’è un preziario”.
“Si parla di fatture per lavori mai eseguiti”, faceva notare il giornalista. E l’assessore: “Non credo che sia possibile. Bisognerà provare quelli che sono i lavori mai eseguiti”. A proposito della promozione del dirigente del settore ambiente, ha infine detto: “Ha avuto, più che una promozione, un riconoscimento per la lunga attività che ha svolto all’interno dell’amministrazione comunale. Sono anni che ne fa parte e dalle indagine interne non sono emersi rilievi penali”.
MANI PULITE 25 ANNI DOPO
di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ AcquistaArticolo Precedente
Il sindaco Vignali: “Responsabilità personali, io non mi dimetto”
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Bologna, sequestrati
durante una rapina
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(Adnkronos) - La Roma batte la Lazio per 2-0 e si aggiudica il derby del 5 gennaio 2025, valido per la 19esima giornata della Serie A. I giallorossi si impongono con i gol di Pellegrini (10') e Saelemakers (18'). Il successo consente alla formazione allenata da Ranieri di salire a 23 punti, a metà classifica. La Lazio rimane a quota 35 punti, al quarto posto, e perde la chance di guadagnare terreno su Juventus e Fiorentina, appaiate a 32.
Ranieri per il derby sceglie, un po' a sorpresa, Pellegrini dal 1' a supporto di Dybala e Dovbyk. In mezzo al campo Konè e Paredes, e sulle corsie laterali confermati Saelemakers e Angelino. Baroni dall'altra parte opta per Isaksen preferito a Tchaouna a destra per completare la trequarti con Dele-Bashiru e Zaccagni. In avanti Castellanos.
Al 3' Koné si libera al limite dell'area e conclude con un destro a giro ma è bravo Provedel a respingere in angolo. La Lazio prova a reagire e al 5' Tavares serve Isaksen ma la conclusione viene ribattuta due volte e sulla respinta Marusic manda alto sopra la traversa. Al 10' la Roma passa: grande ripartenza dei giallorossi con Dybala che allarga, poi la palla arriva al limite a Pellegrini che con un tiro a giro di gran classe batte Provedel per l'1-0. La Lazio accusa il colpo e la Roma prova ad affondare.
Al 13' iniziativa personale di Hummels che conduce palla per diversi metri prima di concludere verso lo specchio ma la palla viene deviata in angolo. Al 17' la squadra di Baroni prova a reagire con Isaksen ma il rasoterra è troppo lento.
Al 18' la Roma raddoppia: sul rinvio di Svilar arriva la sponda di Dovbyk per Dybala si presenta al limite dell'area e scarica per Saelemakers che conclude di destro, Provedel respinge ma sulla respinta il belga deposita in rete il gol del 2-0. I biancocelesti continuano a fare girare il pallone per trovare lo spazio giusto e al 22' Dele-Bashiru semina il panico sulla trequarti prima di concludere verso la porta ma è decisivo l'intervento di N'Dicka. Al 38' ancora Lazio pericolosa con Isaksen che devia il cross di Tavares ma la sua spizzata termina al lato.
Ad inizio ripresa Baroni cambia e inserisce Tchaouna e Dia per Isaksen e Dele-Bashiru. La Lazio spinge e sfiora il gol al 48' con Castellanos su cui è attento Svilar e al 50' con Guendouzi che dalla lunga distanza lascia partire un mancino, deviato, su cui Svilar si invola a manda in angolo. La squadra di Ranieri dopo i primi minuti di difficoltà sfiora il tris al 58' ancora con Pellegrini che tenta la conclusione di mancino ma è bravo Provedel a respingere e bloccare su un successivo rimpallo. La Lazio riprende a spingere e Hummels salva su Zaccagni entrato in area dopo aver saltato Mancini.
Al 60' enorme occasione per i biancocelesti con Tchaouna, ben servito da Dia di testa, davanti a Svilar tocca male e va a colpire la parte alta della traversa. Al 65' ancora Lazio pericolosa, questa volta con Tchaouna che di tacco prova a servire Castellanos ma decisivo Hummels in copertura. Poi Ranieri cambia Pellegrini e Saelemakers inserendo Pisilli ed El Shaarawy.
La pressione della Lazio non accenna ad affievolirsi e al 69' Castellanos conclude da posizione defilata ma è attento Svilar. Ranieri cerca forze fresche e toglie Dybala e Dovbyk per Baldanzi e Shomurodov. Al 76' la Roma si salva ancora sull'ennesimo spunto di Tchaouna che crossa per Zaccagni che è bravo a servire Dia a due passi dalla porta ma è decisivo l'intervento di N'Dicka. Al 79' altra perentoria azione di Tavares che entra in area e conclude di sinistro ma il suo tiro termina di pochissimo al lato. Finale concitato e nervoso con rissa finale e Lazio che chiude in dieci uomini per l'espulsione di Castellanos. La Roma vince il derby, la squadra che va tutta sotto la Sud a ricevere l'abbraccio del pubblico giallorosso.
Perugia, 5 gen. (Adnkronos) - Ha sparato con la pistola di servizio (Glock 17 cal. 9) regolarmente detenuta un colpo alla moglie 29enne, romena, per poi spararsi alla tempia. Sono i dettagli emersi dalla ricostruzione dell'omicidio-suicidio avvenuto questa mattina a Gualdo Tadino, nella frazione Gaifana, in una abitazione in via degli Ulivi.
L'uomo, una guardia giurata di 38 anni, è stato trovato senza vita accanto alla vittima. I rilievi ancora in corso, a cura della Sezione rilievi del Nucleo Investigativo di Perugia e Compagnia Carabinieri di Gubbio, confermano la dinamica. Secondo gli investigatori, il movente sarebbe legato a dissidi coniugali. Sul posto il medico legale e il sostituto procuratore di turno.
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Una pronuncia del Consiglio regionale della Sardegna sulla decadenza della presidente della Regione Alessandra Todde per presunte irregolarità sul rendiconto delle spese elettorali non è ipotizzabile nell'immediato. "Secondo la Corte costituzionale (sent. 387/1996) la questione della pronuncia del Consiglio regionale sulla decadenza si porrà solo nel momento in cui il provvedimento diventerà 'definitivo'". A indicare la significativa sentenza della Consulta è il professore ordinario di Diritto pubblico all'università di Roma Tor Vergata, Giovanni Guzzetta che, analizzando all'Adnkronos una vicenda ingarbugliata sia sul fronte politico che giudiziario, rileva anche che"il giudizio del Consiglio regionale è sempre sindacabile in sede giurisdizionale".
Pertanto, "immaginando che la Presidente della Regione Sardegna impugni effettivamente l’atto, sul piano giudiziario i tempi non saranno brevi: la lunghezza dei tempi si trasforma in una prolungata spada di Damocle 'politica' sulla Presidente e sulla sua legittimazione. E qui, subentrano tutte le valutazioni di opportunità che non spetta a me fare".
Secondo il costituzionalista, "la vicenda è molto complessa perché ha evidentemente implicazioni politiche e giuridiche ma le letture appaiono molto semplificate e assertive". "Sul piano politico - analizza - ci troviamo di fronte ad una ordinanza-ingiunzione che contesta gravi violazioni della disciplina in materia di spese elettorali e relativa rendicontazione. In base alla legislazione vigente applicabile anche alla regione Sardegna, a seguito dell’accertamento di tali violazioni consegue anche la sanzione accessoria della decadenza, in quanto si concretizza una causa di ineleggibilità del consigliere regionale che si riflette sulla carica di presidente della Regione, perché, in base alla disciplina vigente ribadita dalla stessa legislazione sarda, il Presidente non può non essere anche membro del consiglio regionale. Sul piano politico la rilevanza della questione, e quindi le conseguenze in termini di opportunità, sono rimesse alle valutazioni degli interessati e al dibattito politico".
"Sul piano giuridico quello che succede è che il provvedimento, che è immediatamente esecutivo, è comunque un provvedimento amministrativo, sebbene adottato da un organo particolarmente autorevole in quanto istituito presso la Corte d’Appello e presieduto dal Presidente della Corte d’Appello. A tale provvedimento si può fare opposizione davanti al giudice ordinario, cui spetta anche decidere se sospenderne o meno l’esecutività. Secondo la Corte costituzionale (sent. 387/1996) la questione della pronuncia del Consiglio regionale sulla decadenza si porrà nel momento in cui il provvedimento diventerà “definitivo” (cioè una volta esauriti i gradi di giudizio di impugnazione dell’ordinanza o qualora tale impugnazione non ci sia, nei termini di 30 giorni dall’adozione del provvedimento). Da questa sentenza della Corte costituzionale sembrerebbe dunque che fino a quel momento il Consiglio non possa pronunciarsi, anche se il provvedimento del Collegio regionale di Garanzia rimanesse esecutivo".
Guzzetta osserva che "in questa prospettiva, immaginando che la Presidente della Regione Sardegna impugni effettivamente l’atto bisognerà attendere i vari gradi di giudizio e potrebbero passare mesi. Nel momento in cui il provvedimento, confermato dai giudici, divenisse effettivamente definitivo spetterebbe al Consiglio regionale dichiarare la decadenza. Sui poteri del Consiglio in questa materia c’è molta confusione, perché si tende a pensare in modo analogo a quello che vale per le Camere. Ma c’è una fondamentale differenza. Le Camere sono organi costituzionali e la Costituzione riserva a esse in via esclusiva la valutazione della decadenza. Lo stesso principio non vale per i Consigli regionali, le cui deliberazioni sono impugnabili davanti al giudice ordinario secondo i principi generali che valgono in questa materia, peraltro ribaditi dalla stessa legge statutaria della regione Sardegna 2007 articolo 26 comma 9. Questo vuol dire che i margini di valutazione dei Consiglio regionale sono comunque più ristretti, perché le loro scelte sono sindacabili quanto al rispetto delle norme sulla decadenza".
"Il controllo del Consiglio regionale, dunque, è vincolato dal quadro normativo e non può ritenersi politicamente libero. Il che non vuol dire che il suo voto sia una formalità (possono essere rilevati vizi procedurali ad esempio), ma certo la valutazione non è meramente politica. Né la legge ordinaria potrebbe riconoscere ai consigli regionali quella garanzia di insindacabilità degli atti che è assicurata dalla Costituzione alle Camere - sottolinea il professore di Tor Vergata - Questo peraltro vale per tutti i casi in cui i Consigli regionali accertino cause di decadenza. Le dichiarazioni di decadenza sono impugnabili davanti al giudice ordinario. Al limite possono ipotizzarsi anche dei conflitti di attribuzione davanti alla Corte costituzionale tra Regione e autorità giudiziaria".
"Sul piano giudiziario, dunque, i tempi non saranno brevi.Sul piano politico, ovviamente, la lunghezza dei tempi si trasforma in una prolungata spada di Damocle 'politica' sulla Presidente e sulla sua legittimazione. E qui, subentrano tutte le valutazioni di opportunità che non spetta a me fare", conclude il costituzionalista. (di Roberta Lanzara)
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Papa Francesco ha ricevuto una targa con riflessioni su Gesù da parte della Guida suprema iraniana, l'Ayatollah Ali Khamenei. Secondo quanto rende noto l'agenzia di stampa Irna, la targa è stata consegnata al Pontefice dall'ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, Mohammad Hossein Mokhtari, ricevuto nei giorni scorsi.
''Se Gesù fosse tra noi oggi - scrive Khamenei - non esiterebbe un attimo a combattere i leader dell'oppressione e dell'arroganza globale. Non tollererebbe la fame e lo sfollamento di miliardi di persone spinte dalle potenze egemoniche verso la guerra, la corruzione e la violenza".
Partendo dal fatto che ''l'importanza di Gesù per i musulmani non è senza dubbio inferiore alla sua importanza e stima agli occhi dei devoti cristiani'', il testo sottolinea che ''questo grande profeta divino ha trascorso tutto il suo tempo tra il popolo in lotta per opporsi all'oppressione, all'aggressione e alla corruzione'' e ''a coloro che usavano la loro ricchezza e il loro potere per schiavizzare le nazioni e trascinarle nell'inferno di questo mondo e dell'aldilà''.
Nelle riflessioni di Khamenei è contenuto un invito: ''Cristiani e musulmani che credono in questo grande profeta devono rivolgersi ai suoi insegnamenti per stabilire un giusto ordine mondiale. Devono promuovere le virtù umane come sono state insegnate da questi maestri dell'umanità''. Quindi, prosegue il testo, ''per essere un seguace di Gesù Cristo bisogna sostenere la verità e rifiutare i poteri che vi si oppongono. Si spera che i cristiani e i musulmani in ogni angolo del mondo manterranno viva questa profonda lezione del profeta Gesù nelle loro vite e azioni'', auspica il leader iraniano.
Perugia, 5 gen. (Adnkronos) - Marito e moglie sono stati trovati morti nell'abitazione nella quale vivevano a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che indagano sull'ipotesi di omicidio-suicidio. Da una prima ricostruzione si tratta di una coppia giovane, i due avevano una trentina di anni. L'uomo, dai primissimi accertamenti, avrebbe ucciso la donna per poi togliersi la vita.
Milano, 5 gen. (Adnkronos) - Sono in corso le indagini dei carabinieri per fare luce sulla morte di un 28enne marocchino trovato morto ieri sera a Cisliano in provincia di Milano. E' stato un passante ieri a chiamare il 112 dopo aver notato un uomo riverso sul ciglio della strada in via Regina Elena, quasi all'incrocio con una strada provinciale. Sul posto sono intervenuti, insieme al 118, i carabinieri di Bareggio e Magenta che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. A quanto si apprende si indaga per omicidio perché, da una prima ispezione del medico legale, è emersa sul cadavere una lesione all'addome inferiore compatibile con un'azione violenta. Tuttavia sarà l'autopsia a fare definitivamente chiarezza.
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Visita lampo di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, dove la premier ha incontrato il presidente eletto degli Usa Donald Trump. Dopo circa 5 ore dal suo arrivo a Palm Beach, la premier è risalita sul volo che la sta riconducendo a Roma.