A Modena la mostra permanente dedicata al grande fumettista che ci ha lasciato in eredità le Sturmtruppen: cosa hanno detto le persone che gli sono state accanto: "Probabilmente oggi avrebbe fatto un casino inimmaginabile"
A ricordare il carattere non proprio mansueto del fumettista, difatti, ci ha pensato anche Guido De Maria che, in un simpatico gioco di parole, ha ricordato il carattere “poco parco” di Bonvi, che viene onorato quest’oggi con un’istallazione permanente a lui dedicata. Otto sagome in alluminio raffigurano infatti le immagini dei principali personaggi di Bonvi, da Sturmtruppen, a Galeazzo Musolesi, passando per Nick Carter; senza dimenticare i due totem in alluminio e plexiglas con il ritratto di Bonvi e alcuni cenni della sua ricca biografia.
La festa (è proprio il caso di chiamarla così) è iniziata alle 16, per proseguire alle 18.30 con l’inaugurazionen uffizialen con aperitifo da kampen, mentre alle 20.30, ospiti illustri, amici del fumettista, come Francesco Guccini, Guido De Maria, Valerio Massimo Manfredi, Sergio Staino, Gianfranco Governi.
“Lo ricordo come un amico – ha detto Guccini – con la mania dei fumetti, della musica, dei libri. Anche io disegnavo, poi io ho proseguito con la chitarra, lui con i disegni. È un ricordo degli anni Cinquanta. I personaggi è meglio ricordarli per quello che sono stati, piuttosto che per quello che sarebbero diventati”.
“Il Bonvi” quest’anno avrebbe compiuto 70 anni, un genio della matita, un “modenese nel mondo” che l’amministrazione modenese, per iniziativa dell’assessore alla cultura Roberto Alperoli, ha voluto omaggiare in modo “permanente”, con un museo disegnato dall’architetto Sofia Bonvicini, figlia di Bonvi.
Franco Bonvicini, nasce a Modena, città dove stringe la sua amicizia con Guccini (“Bonvi disegnava dappertutto, su carta e sui muri” è il ricordo che Guccini inserisce nella sua autobiografia) e dove nasce la collaborazione con la Vimder Film di De Maria. Il successo arriva nel ’68 con la striscia delle Sturmtruppen e i suoi capitanen, sergenten, medichen militaren.
Un artista irriverente che non si è adagiato sugli allori e ha continuato a produrre con Cattivik e Nick Carter e tanti altri, segni indelebili di un’artista che non è caduto nell’oblio di amici e ammiratori.
Sergio Staino ne ha un ricordo “strano” dice: “Ci siamo conosciuti al premio Tenco di Sanremo ha detto – frequentato da molti fumettari. Lui ci disse che entro uno due anni sarebbe morto, noi ridevamo e lui disse che era perché i Bonvicini non hanno mai superato i 56 ed è morto davvero l’anno dopo”.
Un ricordo commovente quello di Staino che fa eco alla visione che Valerio Massimo Manfredi aveva del fumettista: “Un uomo che si presentava con la scorza di duro, un uomo d’acciaio, ma in realtà con un cuore dolcissimo, un uomo di sentimenti, si commuoveva facilmente e tentava di dimostrare che non era vero”.
Il video e le interviste sono di Giulia Zaccariello