Le Province rosse in prima fila per approfittare della legge voluta dalla Lega. Avevano votato contro in Parlamento, ma quando è arrivato il momento di applicare gli aumenti hanno aperto la strada a tutti: "Soldi che ci servono per ristrutturare le scuole"
Oggi l’aliquota in questione è di importo pari al 12,5%, ma le Province possono, a loro discrezione, aumentare o diminuire l’imposta del 3,5%. Bene: di riduzioni, finora, nemmeno l’ombra. Al momento, le Province che hanno già deciso di praticare la gabella, quasi sempre con l’aumento massimo consentito, fino al 16%, sono quelle di Alessandria, Benevento, Bologna, Chieti, Cremona, Forlì-Cesena, La Spezia, L’Aquila, Lecce, Pescara, Reggio Emilia, Rimini, Vibo Valentia, tutto il Veneto a parte Vicenza e Padova.
Proprio in Emilia Romagna però, la regione ‘rossa’ per antonomasia, il provvedimento sta incassando una raffica di critiche trasversali da parte di associazioni e cittadini. Da Reggio Emilia al mare passando per il capoluogo, infatti, la chance regalata dal federalismo viene considerata dai politici un assist per tentare di rimpinguare le casse degli enti pubblici– anche qui sempre più vuote. L’applicazione del fisco regionale ha creato subito una raffica di critiche nella stessa Bologna, dove il Consiglio provinciale in questi giorni ha approvato la delibera che sancisce un aumento del 3,5% dell’imposta sulle polizze per le auto. La scelta viene giustificata dalla Provincia felsinea con la necessità di reperire i quasi cinque milioni di euro necessari “alle minori entrate dai provvedimenti governativi e per anticipare la messa a norma e in sicurezza degli edifici scolastici”, è stato il ritornello negli ultimi giorni sotto le Due Torri.
La prima ad inaugurare il ‘nuovo corso’, però, era stata la Provincia di Forlì-Cesena già dieci giorni fa. L’ente romagnolo- va detto- forse costituisce un caso a parte perché si sta letteralmente dissanguando per coprire i debiti della società di gestione dell’aeroporto “Ridolfi”, Seaf, la quale pesa nel 2010 per la bellezza di 1,15 milioni di euro: complessivamente, l’amministrazione del presidente Massimo Bulbi vantava già nel 2006 un debito di 85 milioni di euro, che salirà a 93,6 milioni l’anno prossimo. Sono già stati messi all’asta terreni e mezzi, tra cui persino un ciclomotore. Ma non basta. Quindi, che fare?
Approvare l’aumento del 3,5% dell’imposta Rc Auto portando l’aliquota dal 12,5% al 16%, naturalmente. Su una polizza media di 500 euro, a partire dal primo settembre ci sarà un aumento della spesa per l’assicurato di circa 15 euro. Le maggiori entrate specifiche sul bilancio 2011 saranno di circa un milione e 500 mila euro per il quadrimestre settembre-dicembre. Come verranno utilizzati i nuovi fondi? “Circa 900 mila euro saranno destinati per far fronte alle minori entrate ordinarie legate alle sanzioni stradali determinate dagli autovelox”, ha ammesso candidamente l’assessore provinciale al Bilancio, Maurizio Brunelli, aggiungendo che altri 300 mila euro saranno destinati per le minori entrate tributarie derivanti dall’addizionale sul consumo di energia elettrica sulle utenze non domestiche e altri 300 mila euro finanzieranno la manutenzione straordinaria degli edifici scolastici e la loro messa in sicurezza.
Stessa musica o quasi spostandosi a Reggio Emilia. Nel territorio del Tricolore l’aumento del 3,5% influirà per circa un euro al mese su ogni assicurazione auto e porterà nelle casse di Palazzo Allende circa 5,6 milioni. La decisione è stata presa dalla Giunta provinciale che, lunedì 27 giugno,la porterà in Consiglio provinciale in occasione della discussione della prima variazione al bilancio. “E’ una scelta di equità, che va a toccare chi possiede più auto, che ci consentirà di raccogliere 5,6 milioni in più all’anno che saranno investiti per le richieste di riorganizzazione, messa in sicurezza e gestione delle scuole, la manutenzione di circa 1.000 chilometri di strade provinciali e le azioni di contrasto alla crisi”, si è giustificata l’assessore al Bilancio Antonietta Acerenza.
Salendo a Ferrara, l’aumento voluto dalla presidente della Provincia Marcella Zappaterra è stato a sua volta all’insegna del massimo importo possibile. La presidente Pd giustifica questa “scelta impopolare” come “pienamente giustificata” dato che, in particolare, servirà per intervenire su “molti edifici scolastici privi del certificato di abitabilità”. Al segretario provinciale Cisl Paolo Baiamonte che ha parlato di “aumento insopportabile” risponde l’omologo del Pd Paolo Calvano che, dice, si è documentato: “Ho fatto una ricerca su internet e salta fuori che anche Province come Alessandria, Cremona, Chieti, L’Aquila e Pescara, tutte del centrodestra, hanno preso tempo fa questa decisione. Questo significa che non è un problema di Ferrara, ma dell’Italia. Però c’è una differenza: qui si è fatta la scelta di usare le risorse di questo prelievo per fare investimenti e non per spendere in parte corrente”.
Tornando in Romagna, il vice presidente della Provincia di Rimini Carlo Bulletti ha diffuso ieri le novità: la decisione di ritoccare le Rc Auto fino al 16% pure in riviera è inevitabile “per non condannare i nostri bilanci: non applichiamo una gabella per autoalimentare una struttura burocratica ma per corrispondere alle esigenze della comunità provinciale ed è su questa base, di massima trasparenza e sincerità, che dobbiamo affrontare il confronto consiliare”. Per Bulletti l’adeguamento dell’addizionale dal 12,5% attuale fino a un massimo del 16% porterà nelle casse dell’ente di corso D’Augusto circa 1,2 milioni di euro, che serviranno a dare “una risposta concreta e immediata ad azioni e servizi irrinunciabili- giura il vice presidente riminese- come il sostegno all’handicap, a cui andranno 200.000 euro, gli interventi per la manutenzione delle strade e la sistemazione di frane a seguito dei danni del maltempo durante l’ultimo inverno, per altri 200.000 euro, i rimborsi per le spese elettorali sostenute per legge dai Comuni, un totale di 350.000 euro, e la copertura dei tagli dei trasferimenti statali e regionali, che ammontano a 420.000 euro”.
Anche in questo caso, però, la bufera ha soffiato forte. Per il consigliere regionale del Pdl Marco Lombardi, ad esempio, è la dimostrazione che il vero ‘guaio’ del federalismo è che mette gli amministratori davanti alle proprie responsabilità: “Il federalismo fiscale a regime è a costo zero- osserva il berlusconiano riminese- ma giustamente un sindaco o un presidente di Provincia in un rapporto diretto con i propri cittadini e senza nascondersi dietro lo Stato può giocarsi la faccia”. Ma, prosegue il pidiellino numero uno in riviera, il punto è che “la riforma fa scontrare gli amministratori locali (di centrosinistra, ndr) con un concetto per loro sconosciuto: la responsabilità”.
Analogamente ai loro colleghi ferraresi, anche i sindacalisti della Cisl a Rimini non ci stanno per niente. Secondo il segretario provinciale Massimo Fossati “questo nuovo balzello moltiplicherà l’effetto tassazione proprio per quella famiglia che si vorrebbe tutelare, perché va a colpire tutti gli automobilisti indiscriminatamente e sarà pesante per quanti devono usare la macchina per lavoro, anche per l’inefficienza e il costo del trasporto pubblico, senza contare che non è chiaro a quanto ammonta la platea dei soggetti interessati alla tassa e al relativo gettito preventivato”, anche se il sindacato lo stima intorno ai tre milioni di euro. La Provincia riminese si è appellata alle cause di forza maggiore: “Non vi è nessuna giustificazione ‘etica’, come si vuole far credere, tanto più che buona parte di questi tributi andranno ai Comuni sotto forma di ristorno alle spese elettorali o per manutenzione delle strade”, sferza il numero uno Cisl.