Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Carlo Giovanardi la sua “verità” su Ustica l’ha declinata nel pomeriggio alla sede del coordinamento regionale dell’Emilia Romagna del Pdl. E partendo da un assunto smentito in sede giudiziaria, la bomba come causa del disastro del Dc9 avvenuto 31 anni fa esatti nei cieli sopra Ustica, ha tenuto una linea del tutto volta a negare. Negare il missile, la quasi collisione, la presenza di altri aerei, le strane morti di ufficiali e sottufficiali che vennero più o meno direttamente coinvolti nelle indagini su quella sciagura.
Ne ha per tutti, Giovanardi. Per Andrea Purgatori, il giornalista che indagò a lungo sulla strage di Ustica, uno che scrive di “fantascienza” e che “si arricchisce” sulla morte di quelle 81 persone. Per la stampa in generale, innamorata di “tesi fantasiose”, e per i magistrati, che hanno sostenuto “tesi politiche” invece che giudiziarie.
Quando non attacca direttamente, lo fa attraverso chi gli siede a fianco. Come Aurelio Misiti, da maggio 2011 sottosegretario alle infrastrutture e ai trasporti dopo un passato nel Pci, nella Cgil, nell’Idv e nell’Mpa di Raffaele Lombardo. Ma che nel 1990 fu anche capo del collegio dei periti che doveva fare chiarezza sulle cause di quella sciagura.
La sua perizia, ritenuta in sede giudiziaria “affetta da tali e tanti vizi di carattere logico, da molteplici contraddizioni e distorsioni del materiale probatorio da renderla inutilizzabile”, oggi viene riletta da lui in altri termini. Fu “colpa” del giudice Rosario Priore non averla tenuta in considerazione perché “non interessato ai fatti”, cioè alla tesi della bomba. E addirittura avrebbe “esercitato pressioni”, dice ancora Misiti, perché fosse modificata per avvalorare la tesi del missile.
“Non voglio assolutamente commentare”, afferma il giudice Priore di fronte alle parole di Misiti. E Andrea Purgatori aggiunge: “Se fosse vero quello che sostengono queste persone, ci devono spiegare perché c’è la procura di Roma che indaga, perché ci sono 5 rogatorie internazionali per le quali si attende risposta e perché il capo dello Stato ancora oggi è tornato a invocare chiarezza. E poi poniamoci un altro quesito: perché gli esponenti del governo titolari a parlare, come il ministro della Difesa o dei Trasporti o il presidente del consiglio, non hanno mai detto una parola su quanto afferma Giovanardi?”
Bonfietti: “L’esecutivo prenda posizione come sul caso Battisti”. “Vorremmo che sulle rogatorie internazionali per Ustica il nostro governo pretendesse risposte e una posizione decisa come ha fatto col Brasile per la questione di Cesare Battisti”. Per il trentunesimo anniversario dalla tragedia del Dc9 dell’Itavia, Daria Bonfietti, presidentessa dell’associazione parenti delle vittime, torna a sollecitare il governo affinché chieda con forza a Paesi alleati come Francia, Germania e Stati Uniti i documenti riguardanti il traffico aereo di quella notte quando il Dc9 dell’Itavia, partito da Bologna con 81 persone a bordo, cadde in mare prima di arrivare all’aeroporto siciliano di Punta Raisi.
Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha parlato delle rogatorie internazionali nel messaggio inviato ai familiari delle vittime che questa mattina erano ospiti del neosindaco, Virginio Merola. “Ogni sforzo”, ha scritto il capo dello Stato, “deve essere compiuto, anche sul piano internazionale, per giungere finalmente a conclusioni che rimuovano le ambiguità, i dubbi e le ombre che ancora oggi circondano quel tragico fatto”.
Per la giustizia italiana – la sentenza-ordinanza del giudice Rosario Priore è del 1999 – ad abbattere l’aereo di linea diretto a Palermo fu un missile o comunque un evento esterno simile: il velivolo si ritrovò probabilmente nel mezzo di una battaglia aerea, in cui furono coinvolti aerei da guerra francesi, americani contro quelli della Libia del colonnello Gheddafi.
Oggi Daria Bonfietti ha però ricordato che “la” verità (“e non una verità”, ha specificato la presidente dell’associazione) si sta ancora cercando. La sentenza-ordinanza del 1999 non ha infatti spiegato il perché venne abbattuto l’aereo e non ha saputo fornire elementi sui veri protagonisti di quella battaglia.
La presidente dei parenti delle vittime, nel suo documento letto questa mattina al consiglio comunale di Bologna, ha fatto anche riferimento uno scritto recentemente ritrovato nell’archivio di Bettino Craxi. Si tratta di una lettera del presidente della commissione d’inchiesta istituita subito dopo la strage al ministero dei Trasporti.
Il socialista Carlo Luzzatti, nel 1981, scrive della piega che stanno prendendo le indagini, già da subito volte verso l’ipotesi missile. Luzzatti, nella lettera, è preoccupato che la verità su Ustica mini la stabilità internazionale: “A questo punto ritengo doveroso rappresentare alla Signoria Vostra che, a mio parere, l’indirizzo delle indagini, ivi compresa la scelta della scala di priorità, per il privilegio delle ipotesi di lavoro, debba scaturire da una valutazione che tenga conto delle ripercussioni che i risultati di tali indagini potrebbero avere su interessi superiori del Paese”. Tradotto la verità potrebbe dover sottostare ai buoni rapporti con altre potenze.
“C’è chi si arroga il diritto di decidere quale sia la verità”. Intanto, la polemica con i teorizzatori della bomba a bordo, capitanati negli ultimi tempi dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Carlo Giovanardi, non è mancata. “Mi sembra di avere già espresso tutto quello che avevo da dire nei confronti di qualcuno che vuole spostare l’attenzione, da un’altra parte”, ha commentato Bonfietti, che poi ha parlato anche del convegno del Pdl che questo pomeriggio a Bologna si occuperà di Ustica.
“Ognuno a casa sua è libero di fare quel che vuole e anche di credere nelle ricostruzioni, ma non inventando un’altra sentenza. Va bene che qualcuno non sia d’accordo con la sentenza del 1999, non mi va bene invece quando qualcuno si arroga il diritto di decidere quale sia la verità”.
All’accanimento del “partito della bomba a bordo”, Bonfietti non sa darsi spiegazione, ma fa un ragionamento: “Francesco Cossiga (primo ministro nel 1980, che nel 2007 parlò esplicitamente di un missile, ndr) ha detto la sua verità che coinvolge molte persone in Italia”. Molte di queste persone dopo l’uscita di Cossiga starebbero iniziando a parlare. C’è chi forse teme, sembra dire Bonfietti.
Antonella Beccaria e David Marceddu