Sono sette le pesrone annotato nel bigliettino sequestrato. L'inchiesta nasce su presunte irregolarità nella concessione di appalti dell’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile. E’ l’ultimo passo dell’inchiesta che ha già toccato uomini vicini a Massimo D’Alema, come Vincenzo Morichini, indagato nelle settimane scorse
E’ l’ultimo passo dell’inchiesta che ha già toccato uomini vicini a Massimo D’Alema, come Vincenzo Morichini, indagato nelle settimane scorse (Leggi). Ma l’arresto di oggi rischia di suscitare un terremoto nel centrosinistra. Pronzato, infatti, è esponente di primo piano del Partito Democratico. Negli anni Novanta Pierluigi Bersani lo volle come superconsulente quando ricopriva l’incarico di ministro dei Trasporti. Non solo: Pronzato oggi è responsabile del Pd per il trasporto aereo. Ed anche è tra i promotori dell’associazione politica Maestrale del governatore ligure Claudio Burlando. Insomma, un uomo di fiducia del segretario, ma soprattutto una persona vicina a D’Alema e a quel gruppo di potere che fa capo a Burlando. Politici e imprenditori che al Lider Maximo hanno sempre fornito appoggio.
Pronzato, come noto, attraverso una sua impresa è stato anche socio della Ital Brokers, società di brokeraggio assicurativo che ha legami fortissimi con Burlando e con gli uomini di D’Alema. A Genova gli uomini di Ital Brokers da anni sono presenti nei principali snodi del potere. Soprattutto Franco Lazzarini, amministratore delegato della società e amico fraterno di Burlando da decenni. Un legame che ha provocato a entrambi qualche grattacapo: Burlando era ospitato in una casa del numero uno di Ital Brokers (“Pagavo regolare affitto”, ha replicato il governatore) e guidava una sua auto al momento del famoso contromano in autostrada. Lazzarini ottenne una consulenza per il brokeraggio delle Ferrovie quando Burlando era ministro dei Trasporti: “Embé, che c’è di male? Claudio non c’entra nulla con quel contratto, eravamo in trattativa da due anni, quando al Governo era Berlusconi”, giura Lazzarini. E comunque Ital Brokers ha siglato contratti, tra gli altri, con Camera, Senato, Corpo dei Vigili del Fuoco, Fincantieri, parte di Finmeccanica e Anas.
Acqua passata. Così come il caso Telecom di fine anni Novanta. Vincenzo Morichini, indagato a Roma con Pronzato, era titolare di 241mila azioni (lo 0,23 per cento del totale) di Holinvest la società in cui molti bresciani amici di Gnutti – ma non solo loro – reinvestirono i profitti della scalata Telecom. Con lui, appunto, c’erano diversi genovesi di Italbrokers, come Franco Lazzarini. Ma torniamo al presente, alla Liguria di Pronzato. L’ambita poltrona di presidente della società pubblica Sviluppo Genova (che gestisce appalti pubblici per miliardi) è stata occupata per anni da Gianni Pisani, all’epoca socio di Interconsult a sua volta legata a Ital Brokers. E qui si ritorna all’attualità: perché tra i soci di Interconsult con Pisani c’era appunto Pronzato. Oggi a Pisani è succeduto Pier Giulio Porazza, manager che prima della nomina dichiarava un reddito da “social card” di 1.355 euro l’anno e anch’egli dichiaratamente vicino a Lazzarini e al gruppo Italbrokers.
Basta? No. Nella Commissione di Vigilanza della Sviluppo Genova c’è Contri, presidente di Ital Brokers. Sempre Contri è garante anche nel Porto di Genova. Ma gli amici di Ital Brokers sono anche al Gaslini: la Regione Liguria di Burlando ha nominato nel consiglio di amministrazione dell’ospedale pediatrico Raffaele Bozzano, già presidente e consigliere di Ital Brokers, ma soprattutto in passato membro del cda di Festival, società genovese protagonista di uno dei più clamorosi crack della marineria italiana. E qui ecco che tornano altri nomi di dalemiani sbarcati a lavorare in Liguria. Uno dei nomi più noti nel cda di Festival, di area diessina, era quello di Roberto De Santis. Soprannominato anche in passato ”il banchiere di D’Alema”, De Santis è noto perché attraverso un complesso intreccio societario che passava attraverso la banca londinese “London Court” era tra le figure chiave della società Formula Bingo.
Il suo nome era iniziato a comparire sui media dal 1997, quando Massimo D’Alema e alcuni soci avevano acquistato Ikarus, una barca costruita nel 1982 dai cantieri Baltic Yacht: 31 tonnellate, 15 metri di lunghezza. L’imbarcazione era intestata a due conoscenti del leader diessino: uno di loro era De Santis, anch’egli originario di Gallipoli. De Santis tra le sue molte esperienze annovera anche quella di membro del consiglio di amministrazione proprio della Festival: “Sono entrato soltanto per stima e amicizia con il presidente. Sono sempre stato molto esterno alla società. Non avevo deleghe. Avrò partecipato al massimo a tre o quattro consigli di amministrazione”. Un ruolo defilato che, però, consentì a De Santis di guadagnare 143mila euro in due anni.