“Se la vedano loro due”. Umberto Bossi quasi sorride. La lite tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, che “non riescono a trovare la quadra” sulla manovra da 40 miliardi di euro, permette al leader del Carroccio di non entrare nello scontro e sedersi a guardare. Ieri, parlando all’intero stato maggiore della Lega riunito nel quartier generale di via Bellerio, il senatùr ha ribadito la volontà di aspettare l’esito del confronto tra il premier e il titolare di via XX Settembre. Tanto, ha detto, “sanno quello che vogliamo” e “sanno che devono tener conto delle nostre richieste”.

Il vertice di maggioranza previsto per oggi viene indicato come il momento della verità per il governo anche dalla Padania in edicola stamani. Berlusconi è stato costretto a convocarlo, chiamando anche i Responsabili, per cercare di mettere d’accordo tutti, così da arrivare senza sorprese al Consiglio dei Ministri di giovedì. Il nodo centrale rimane la manovra correttiva che sta facendo traballare la maggioranza (Leggi l’articolo di Stefano Feltri). Con Tremonti che, ormai abituato anche al fuoco amico, non intende cedere di un passo. E Berlusconi che, per quanto assicuri di godere di un ampio sostegno, sa che l’esecutivo è troppo debole per forzare la mano con il ministro dell’economia. Ma sia al premier sia, soprattutto, alla Lega bastano dei segnali per rassicurare la base. Quindi bene l’impegno di abolire l’Irap dal 2014, male l’aumento di un punto percentuale dell’Iva. Ma è un margine definito “accettabile” in via Bellerio. Sempre che ci sia anche la disponibilità ad aprire i cordoni della borsa da qui al 2013 su altri provvedimenti cari al Carroccio. L’attuazione del federalismo e gli aiuti alle piccole e medie imprese del nord, prima di tutto. Da via Bellerio arriva anche il suggerimento di “andare avanti con l’accetta e non con il bisturi sui tagli ai costi della politica”. E di andare a cercare i “soldi che mancano al sud, dove da sempre ricevono senza dare mai niente”. Mentre sembra diventato marginale il trasferimento dei ministeri da Roma. Ieri, durante la segreteria nazionale, l’argomento non è stato neanche sfiorato.

Liquidata in pochi minuti anche la lite tra Bossi e Roberto Maroni che da Pontida aveva creato una vera e propria spaccatura interna culminata con lo scontro aperto sul capogruppo della Camera, Marco Reguzzoni, e lo scambio di reciproche cortesie lombarde terminate con il diktat del senatùr: “Maroni è scontento? Peggio per lui”. Il messaggio è arrivato chiaro. “Va tutto bene”, ha garantito ieri il ministro dell’Interno, lasciando il vertice. Più che un chiarimento tra i due, a quanto riferiscono alcuni degli esponenti che hanno preso parte alla riunione, c’è stata la volontà del Capo di rimandare la questione bollandola come “marginale” rispetto ai veri temi dell’agenda politica: “Prima lavoriamo, poi parliamo di noi”, ha detto Bossi accogliendo la totale condivisione dei presenti.

Da Roberto Calderoli ai capigruppo di Senato e Camera, Federico Bricolo e Marco Reguzzoni; dal vicepresidente del Senato Rosy Mauro, ai presidenti di Veneto e Piemonte, Luca Zaia e Roberto Cota; fino al viceministro Roberto Castelli e a Giancarlo Giorgetti.

E i temi sono due: la manovra e i rifiuti di Napoli. Con la Regione Campania la linea adottata rimane quella della fermezza indicata nei giorni scorsi da Roberto Calderoli: non un sacchetto deve arrivare al Nord. “Se la veda Caldoro”, ripetono in via Bellerio. L’emergenza rifiuti è l’altro nodo che il vertice di maggioranza di oggi è chiamato a sciogliere. Berlusconi anche su questo cercherà di assecondare i diktat leghisti. Il premier sta lavorando affinché il governatore campano , Stefano Caldoro, riesca ad accordarsi con le regioni del Centro e del Sud d’Italia. Ma Caldoro scalpita. “Siamo di fronte a una emergenza nazionale e non è comprensibile di fronte a questa emergenza non avere il sostegno di tutti quelli che devono intervenire, anche il governo. Da questo punto di vista non è accettabile quindi la posizione esposta dalla Lega Nord che blocca un intervento che il governo deve fare con urgenza”. Ma anche sui rifiuti, così come sulla manovra finanziaria, il Carroccio detta le proprie condizioni con la certezza che saranno tenute in considerazione. E può chiamarsi fuori dal confronto: “Se la vedano loro, trovino la quadra”, ha ripetuto ieri Bossi. L’importante è che non tocchino il Nord.

da Il Fatto Quotidiano del 28 giugno 2011

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