Cari ragazzi e ragazze,
Tutti vi dicono che voi siete il futuro. Ma vista la piega che sta prendendo il futuro in questi ultimi anni, direi che non vi stanno facendo un complimento. “Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti” diceva Andy Warhol; ma era americano. Lì ci sono 6 ore di differenza con l’Italia. I 15 minuti di celebrità di Warhol in Italia diventano 5 ore e 45 di oblio.
Adesso che la scuola è finita, quello che vi aspetta è incertezza, precariato, disoccupazione, una vita peggiore di quella dei vostri genitori (e per giunta più lunga: oltre il danno, la beffa!), non avrete mai una casa, sarete per sempre in affitto ma senza i soldi per pagarlo, e non avrete mai la pensione. E tutto questo, se vi dice bene. Auguri.
Eppure, lasciate che vi dica una cosa: il peggio è passato. Sì, perché gli anni che vi state per lasciare alle spalle, quelli scolastici, resteranno i peggiori della vostra vita. Non date retta a tutte quelle stronzate patetiche, non siate anche voi dei nostalgici già a 30 anni: gli anni della scuola sono anni buttati dentro e fuori a edifici fatiscenti, in condizioni psico-fisiche deprecabili (nelle foto di classe ai minorenni non c’è bisogno di criptare il volto, ci pensa già l’acne), a fare un lavoro – quello dello studente – malpagato quasi quanto quello dell’insegnante, a studiare materie inutili (adesso mi spiegate nella vita vera cosa ci farete con il latino e greco?), sottoposti all’umiliante pratica dei “compiti a casa” mentre le scariche ormonali vi danno le convulsioni; e tutto questo per prendere quel pezzo di carta che solo in parte risarcisce dalla totale assenza di carta nei bagni delle scuole italiane.
La scuola è un’istituzione vecchia e stanca, superata nei fatti, demolita a colpi di riforme da un plotone d’esecuzione di ministri della Pubblica istruzione, le cui macerie sono abbandonate a se stesse; eppure, dal tenore del dibattito, pare che l’unico problema della scuola italiana sia il crocefisso: è giusto tenerlo perché sono le nostre radici, o l’immagine di quell’ebreo crocefisso nelle scuole è apologia di bullismo?
Ecco, tutto questo è il vostro passato. Ora il futuro vi attende. Non abbiate paura: se al peggio non c’è mai fine, vuol dire che la vita eterna esiste.
Il Misfatto, 26 giugno 2011