Deve farsi largo tra nubi sempre più fitte la “holding dei cieli”, la società unica degli aeroporti della Romagna voluta dal presidente della Regione Vasco Errani per salvare anzitutto lo scalo Ridolfi di Forlì dai suoi debiti milionari. Nonostante il progetto di legge sia già stato approvato in assemblea legislativa (il 4 maggio scorso), al di là degli annunci ufficiali i riminesi, infatti, stanno facendo di tutto per resistere alle pressioni e far saltare il banco.
Lo dimostra la giornata di ieri a dir poco frenetica sull’asse della via Emilia, contraddistinta a vari livelli da incontri fugaci, smentite, “siluri” anonimi e mezze ammissioni, attimi di tensione nelle aule consiliari aperte al pubblico. La holding, che si chiamerà Società Aeroporti Romagna spa, sulla carta è già confezionata.
Come recitano i protocolli circolati ieri sera per la prima volta in consiglio comunale a Forlì, il peso maggiore se lo carica sulle spalle la Regione, che in questa prima fase parteciperà al progetto con una dote di 1,5 milioni di euro per arrivare, a regime, a tre milioni. Per gli altri enti locali, invece, solo quote simboliche: Provincia di Rimini, Provincia di Forlì-Cesena e Comune di Forlì sborseranno appena 10 mila euro a testa (il Comune di Rimini, appena rinnovato dopo i ballottaggi di fine maggio, ora come ora non prende parte alle operazioni).
Dunque, la holding parte con 1 milione e 530 mila euro. Che farne? “Con i management e i consulenti delle due società di gestione, Aeradria e Seaf (gestori rispettivamente dello scalo di Rimini e di quello di Forlì, ndr), verrà elaborato un piano industriale di sviluppo che tenga conto delle necessarie azioni di razionalizzazione da individuare e realizzare sulle gestioni dei due aeroporti e delle sinergie che possono generarsi attraverso l’integrazione delle gestioni. Dovranno inoltre definirsi le esigenze del fabbisogno finanziario delle due società Aeradria e Seaf, prevedibili entro la fine dell’anno 2011”. Fin qui il politichese messo nero su bianco nel documento ufficiale di presentazione.
In realtà Seaf, su cui fra l’altro pende una inchiesta della procura della Repubblica di Forlì sulle amministrazioni degli ultimi anni (il sostituto procuratore Filippo Santangelo ipotizza la bancarotta fraudolenta e il ricorso abusivo al credito), è alle corde. La società ha chiuso il 2010 con un passivo di 9 milioni e 672.472 euro, mentre il 2011, si scrive nello stesso protocollo della holding, finirà “con una perdita non inferiore a cinque milioni di euro”. Al “Ridolfi” in questi mesi le attività sono state ridotte all’osso e dunque, in prospettiva, il rosso potrebbe affievolirsi. Ma va detto che oggi l’aeroporto di Forlì è uno scalo fantasma: vi operano appena una manciata di compagnie, Wizz Air e Belle Air, con destinazioni rigorosamente circoscritte all’Europa dell’est.
Ma se si vuole sopravvivere a tutti i costi, bisogna tirare dritto e acconsentire agli ordini di scuderia. “Sì, è vero, siamo indebitati e sull’orlo del tracollo. Ma se Forlì chiude domani, Rimini chiude dopodomani. Loro sono più furbi, capitalizzano nei bilanci ad inizio anno invece che alla fine. Così, le perdite da ripianare fanno meno rumore. Ma se il ‘Ridolfi’ soffre, il ‘Fellini’ sul groppone ha un passivo analogo al nostro quest’anno. Anche per loro la strada della holding è obbligata, con 20 milioni di euro di investimenti da realizzare a casa loro. Dove, lo ricordo, la situazione è quella di una pista a pezzi e di una viabilità da e per l’aeroporto complicata”, recita in queste ore un più che autorevole esponente del centrosinistra forlivese.
Ieri il sindaco di Forlì, Roberto Balzani, ha disertato all’ultimo momento la commissione consiliare congiunta sulla holding – poi annullata e rinviata a non si sa a quando – proprio perché chiamato di corsa in Regione dall’assessore di Errani ai Trasporti, Alfredo Peri, a cercare di trovare l’ennesimo compromesso con i riminesi (era presente il neo sindaco rivierasco Andrea Gnassi). “La holding? Siamo fiduciosi, è tutto a posto”, ha minimizzato Balzani aggiungendo un secco “no comment” a chi gli chiedeva più lumi. “Macché, Rimini sta ponendo problemi formali e sostanziali che si cerca di risolvere. Il timore è che vogliano tirarla per le lunghe per far saltare il banco: ovvero, lasciare nella melma Seaf e procedere da soli nelle trattative con i gruppi privati”, ha sussurrato invece un consigliere della minoranza forlivese.
Nelle stesse ore in cui il sindaco-professore tornava da Bologna, però, nel suo municipio andava in scena un pomeriggio di bagarre. Alla notizia del forfait del primo cittadino, la quarantina di esponenti del comitato “Ridolfi” che sono entrati nella sala del Consiglio comunale hanno iniziato a gridare “vergogna” e “ridicoli”. Prima il collettivo aveva stazionato all’ingresso del Comune, in piazza Saffi, imbracciando cartelli dagli slogan come “Forlì deve volare di più” o “privatizzazione subito”. Sono volate parole grosse e, nonostante la polizia municipale abbia vigilato da vicino fino alla chiusura della seduta, c’è chi ha temuto il peggio.
Appunto, la privatizzazione. Nel protocollo circolato ieri a Forlì, si rileva che una volta raggiunta l’integrazione tra Aeradria e Seaf si procederà “alla successiva apertura del capitale ad un partner industriale da ricercarsi con forme di evidenza pubblica”. In pratica, si punta alla costruzione di un nuovo bando di privatizzazione, dopo quello emesso dalla sola Forlì nei mesi scorsi, per attrarre nella partita soggetti come Società Aeroporti Venezia (Save), che dopo una prima manifestazione pro “Ridolfi” si era tirata indietro al momento buono, il fondo F21 dell’ex ad di Autostrade Vito Gamberale oppure lo stesso aeroporto “Marconi” di Bologna.
Se i riflettori da marzo a questa parte sono stati puntati sulla trattativa Save-Forlì esclusivamente, Rimini non ha perso tempo e guidata dal suo amministratore più dinamico finora, il presidente della Provincia Stefano Vitali, a Venezia e altrove si è presentata eccome. “Andiamo avanti, ma sulla holding il problema dei tempi non esiste”, lasciava intendere ieri Vitali a chi gli chiedeva se non fosse il caso di dare un’accelerata alla nuova spa visto il pressing di Forlì.
Comunque vada, sulle carte è scritto che la holding avrà sede legale nel Comune di Bologna. I più ottimisti confidano che il nuovo piano industriale e la futura governance (anche qui Rimini sembra avere la meglio, dato che ha già ipotecato la futura presidenza all’attuale presidente di Aeradria, Massimo Masini) possano essere definiti appena dopo l’estate. “Stiamo lavorando e non ci sono intoppi”, prova a tranquillizzare lo stesso Peri.