Ci sono persone che se ne vanno con la stessa leggerezza con la quale sono vissuti. Leggerezza che non è inconsistenza ma sottrazione del peso, opposizione all’inerzia e all’opacità, come scriveva Italo Calvino nelle Lezioni Americane, o Giacomo Leopardi che dà alla felicità irraggiungibile immagini di leggerezza, come gli uccelli e la trasparenza dell’aria.

Pietro Taricone, “‘o guerriero”, come veniva soprannominato, è volato via un anno fa per uno schianto in seguito ad un maledetto lancio col paracadute che gli è stato fatale. Ci sono donne e uomini che vale la pena di ricordare soprattutto se non hanno barattato la popolarità raggiunta con il successo effimero. Vincitore morale del primo Grande Fratello (reality che sarebbe stato meglio se si fosse fermato alla prima edizione) è stato il primo (e probabilmente l’unico) a rifiutare un cospicuo contratto con la trasmissione Mediaset che faceva sfilare i concorrenti della casa con tanto di trenino…

Non sarà stato un attore da Oscar ma era una faccia pulita, corretta (e non corrotta) della (e dalla) televisione; merce sempre più rara del piccolo schermo. Forse per questo ben pochi lo stanno ricordando.

E allora lo ricordiamo attraverso le parole di Roberto Saviano che era stato suo compagno di liceo: ”Lo ricordo quando eravamo adolescenti, lui era rappresentante di istituto, un ragazzo carismatico, solare e un po’ guascone. Nella Caserta di quegli anni la sua ribalta sconvolse tutti, si sentì aggredito da tanto successo, una luce che la nostra terra non è abituata a ricevere. E lui sulla soglia del circo mediatico seppe prendersi il suo tempo, scegliere il suo percorso, approfittare dell’opportunità avuta per studiare e migliorarsi. Non farsi ferire dalla bile o dalle accuse per il successo che in certe parti d’Italia è la colpa peggiore. Amava volare, ‘perché il cielo non tradisce’ come ogni paracadutista sa. A tradirlo è stato l’atterraggio, è stata la terra. Soffro per non essere riuscito a ringraziarlo, perché all’indomani delle critiche rivoltemi da Berlusconi, mi difese pubblicamente, cosa non scontata per chi viene dalla nostra provincia. Mi mancherà riconoscere nei sui sguardi e nel suo atteggiamento l’inconfondibile matrice della mia terra, mi mancherà guardandolo ricordare la nostra adolescenza, le manifestazioni a scuola, le gite. Quella vita che lo attraversava e mi contagiava. Addio Pietro, addio guerriero”.

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