Piccola cronaca dall’Italia peggiore. “Il mio contratto è scaduto, faccio la volontaria aspettando e sperando che la struttura con cui collaboro vinca un bando con fondi europei. Intanto non mi resta che dare il mio apporto da lontano, e non posso mettere piede nei laboratori perché per accedervi dovrei essere almeno assicurata.. Le mie ricerche sono interrotte e mi pesa. E non so neppure se e quando potrò ricominciare.”
La giovane e promettente scienziata, è determinata, ma impaziente. L’ho conosciuta durante un incontro alla Sapienza con alcune ricercatrici per un progetto che stiamo mettendo su insieme. Mi raccontano dei loro lavori, dei loro esperimenti. E’ tempo prezioso quello che trascorro con loro. Capisco (seppur da totale profana) che quello che fanno è fondamentale per il benessere della nostra e delle generazioni a venire. Poi mi dicono: “Si piange sempre sulla ricerca in Italia, si parla solo dei problemi, ma la verità vera non la sa nessuno… bisognerebbe spiegare alla gente che, nonostante i tagli e le difficoltà la ricerca italiana è ottima. Lo testimoniano pubblicazioni, riconoscimenti e la stima della comunità scientifica internazionale!”
Brunetta permettendo…