Si avvicina una possibile nuova richiesta di rinvio a giudizio per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il figlio Pier Silvio. La Procura di Roma ha chiuso le indagini sulla presunta frode fiscale di 10 milioni di euro nella compravendita dei diritti televisivi Mediatrade, contabilizzati nel biennio 2004-2005. Tra dirigenti e amministratori di società sono in tutto 12 gli indagati dello stralcio romano della più ampia indagine in mano alla magistratura milanese. I reati ipotizzati e di cui dovranno rispondere, a vario titolo, gli indagati vanno dall’evasione fiscale alla violazione delle norme tributarie. Sul procedimento incombe però la prescrizione.
Parte del fascicolo è stato trasferito a Roma per competenza territoriale. Nel periodo in cui si sarebbero consumate le irregolarità fiscali, la sede legale di una delle società implicate, Rti, era nella capitale. Al centro della vicenda, secondo l’accusa, i prezzi gonfiati dei diritti acquistati presso alcune importanti società di produzione statunitensi. Operazioni di sovrafatturazione – compiute attraverso società di intermediazione Usa – che avrebbero consentito a Rti e Mediatrade, controllate da Fininvest, di scaricare cifre superiori a quelle effettivamente sborsate, ai fini delle detrazioni fiscali.
Sempre secondo la procura, la differenza tra le somme investite e quelle indicate nelle fatture – e allegate ai bilanci societari – sarebbe stata utilizzata per la creazione di fondi neri attraverso un complesso giro che avrebbe portato il denaro prima in estremo oriente e, da lì, in Italia. Oltre a Silvio Berlusconi e il figlio Pier Silvio, ad essere indagati sono l’ex amministratore di Rti, Andrea Goretti, e i manager dell’azienda Guido Barbieri, Daniele Lorenzano, Giorgio Dal Negro, Roberto Pace e Gabriella Ballabio. All’estero, il produttore televisivo americano Frank Agrama e due cittadini cinesi: Paddy Chan e Catherine Chun.