Alcune iniziative del nostro legislatore ci aiutano a restare bambini rinnovando la nostra capacità di stupore ogni giorno. Provo a spiegarvi l’ultima anche perchè mi sembra simbolica e istruttiva al di là del caso specifico.
Nella manovra economica dello scorso anno il governo stabilì che tutti i magistrati dovevano contribuire alla causa del risanamento dei conti con € 9400 netti in tre anni ciascuno. Io sono tra quei matti felici di pagare le tasse perchè mi fa piacere contribuire ai servizi pubblici per tutti (magari sono meno felice di pagare il canone quando scopro che vengono allontanati dalla RAI i Santoro, i Fazio, i Saviano, ma pago lo stesso per poi avere il diritto di lamentarmi); tuttavia esistono i principi costituzionali di uguaglianza e proporzionalità: tutti devono contribuire, ciascuno in maniera proporzionale al suo reddito.
Queste elementari regole sono state a nostro parere violate dalla scelta del Governo di far pagare quella cifra solo a noi (perchè devo pagare 9400 € di tasse in più e un Briatore o un Montezemolo non contribuiscono neanche con una lira?) e per di più in maniera eguale al nostro interno (9400 euro sia per il giovane magistrato 30enne appena nominato che guadagna meno di 2000 euro, sia per il collega con 30 anni di anzianità con un reddito oltre i 100.000 euro); inoltre nel nostro caso lo stipendio non è regolato da un contratto anche perchè la retribuzione contribuisce a garantire l’autonomia ed indipendenza.
Per questi motivi molti di noi hanno fatto ricorso e pochi giorni fa si è saputo che un TAR ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale, ritenendo non infondati i nostri argomenti. Di fronte alla prospettiva che la Consulta potesse darci ragione il Governo è corso ai ripari con una norma contenuta nella bozza della manovra economica discussa ieri che non ha precedenti nel diritto e che dice in sostanza questo: se qualche sentenza annullasse gli effetti economici dei tagli ai magistrati del 2010, quei soldi persi verranno recuperati l’anno successivo dai magistrati stessi.
Per la serie: potrei perdere la causa, per cui stabilisco per legge che ho ragione io. A parte la contraddizione di chi così facendo recupera 94 milioni di euro (9400 euro per i circa 10.000 magistrati in servizio), mentre poi al contempo decide di buttarne oltre 300 per separare referendum e amministrative, quello che mi lascia senza parole è il totale spregio per le regole del diritto e della giurisdizione.
“A certe cose è più facile dare veste legale che legittima” (Nicolas De Chamfort)
P.s. Ecco il passaggio della bozza della manovra economica a cui ho fatto riferimento: “1. In ragione dell’esigenza di un effettivo perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea relativamente alla manovra finanziaria per gli anni 2011-2013, qualora provvedimenti giurisdizionali vanifichino gli effetti finanziari utili conseguenti, per ciascuno degli stessi anni 2011-2013, alle disposizioni di cui ai commi 2 e 22 dell’articolo 9 del decreto–legge 31 maggio 2010,
n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, i medesimi effetti finanziari sono recuperati nell’anno immediatamente successivo nei riguardi delle stesse categorie di personale cui si applicano le predette disposizioni.”
P.s.2 I magistrati italiani, in base ai dati ufficiali del CEPEJ (commissione europea per l’efficienza della giustizia), sono ai primi tre posti per carico di lavoro e produttività e intorno al 14esimo posto per stipendio.