Ieri l'ammissione del consigliere Enac, oggi la conferma del titolare della compagnia low cost presunta favorita negli appalti per i voli verso l'isola d'Elba. A fare da tramite Morichini, amico di D'Alema. Che compare in cinque viaggi offerti dall'azienda
Quarantamila euro di ringraziamento “per aver dato una mano”. Aveva ammesso già ieri di averli ricevuti, Franco Pronzato, il consigliere dell’Enac finito in carcere, a Genova, con l’accusa di corruzione per presunti appalti poco puliti per i voli tra l’isola d’Elba e la Toscana. Lo conferma oggi Viscardo Paganelli, titolare della compagnia low cost Rotkopf Aviation, che sarebbe stata favorita da Pronzato, secondo le indagini condotto dalla magistratura romana. Una tangente che sarebbe passata anche da altri mani, quelle di Vincenzo Morichini, intermediario e amico di Massimo D’Alema. Le ammissioni di entrambi gli indagati sono state fatte ai giudici durante i rispettivi interrogatori di garanzia. Gli investigatori, intanto, cercando di ricostruire la rete completa di soggetti implicati. Come i manager i politici a cui sarebbero stati offerti voli gratis. Tra questi, anche il presidente del Copasir D’Alema.
Paganelli ha raccontato di essersi rivolto a una sola persona, Morichini, per ottenere il certificato di operatore aereo, necessario per partecipare alla gara d’appalto e aggiudicarsi il servizio dei voli di linea per l’isola d’Elba. Sarebbe poi stato lui a sollecitare il ‘ringraziamento’ da 40mila euro per Pronzato. “Fu lui – ha detto Paganelli al gip – a farmi presente che si doveva riconoscere qualcosa a Pronzato”. Una circostanza non confermata dal figlio di Paganelli, Ricardo, co-titolare della Rotkopf. Che al giuduce ha risposto soltanto: nella società “mi occupo solo di questioni tecniche”. L’ex consigliere Enac ha intanto impugnato l’ordinanza di custodia cautelare, ricorrendo al tribunale del riesame.
Ma alla Rotkopf potrebbero adesso venire contestati altri espisodi di corruzioni, avvenuti secondo l’accusa in altre forme: con voli privati e gratuiti offerti a manager e politici. Tra questi, anche Massimo D’Alema, secondo quanto riporta oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera. Gli investigatori stanno adesso studiando tutti i piani di volo degli ultimi anni dell’azienda. Così, in cinque di questi viaggi, sarebbe saltato fuori il nome del presidente del Copasir. Il suo staff non smentisce, adducendo motivi di lavoro, ma le indagini degli investigatori continuano.
Sempre oggi è stato poi interrogato anche l’imprenditore Giuseppe Smeriglio, a cui l’accusa contesta una fattura di 28mila euro riconducibile alla Rotkopf e riferibile a un’operazione inesistente. Smeriglio ha precisato che quella somma è in realtà un compenso per una sua consulenza svolta per conto della compagnia. Un lavoro procuratogli dallo stesso Pronzato, che Smeriglio ha dichiarato di conoscere da temmpo e di cui si fida, lavorando da tempo nel settore.