Mentre gli investigatori cercano i suoi soldi in Svizzera, lui è appena rientrato in Italia dalla Florida. Ed è stato arrestato all’aeroporto Fiumicino di Roma, Marco Iorio, l’imprenditore accusato di riciclaggio nell’inchiesta della procura di Napoli in cui è coinvolto l’ormai ex capo della mobile partenopea. Al funzionario Vittorio Pisani l’accusa contesta di aver riferito particolari dell’indagine al suo amico Iorio. Che intanto, secondo gli inquirenti, riciclava i soldi del clan camorristico Lo Russo e quelli ottenuti con l’usura da Mario Potenza nella sua catena di ristoranti. Di cui era socio anche il calciatore Fabio Cannavaro, possibile prestanome dell’imprenditore, secondo i magistrati, ma al momento non indagato. Iorio e Cannavaro si trovavano insieme in Floirida. Saputo dell’inchiesta, l’imprenditore ha deciso di tornare in Italia e costituirsi.
Grazie alle informazioni passate da Pisani, gli investigatori sospettano che Iorio abbia portato circa un milione di euro in qualche conto svizzero, per evitarne il sequestro. La moglie dell’imprenditore, Valeria Santopaolo – tra le 14 persone arrestate ieri – risultava già residente in Svizzera. Secondo alcuni esposti anonimi, lo stesso Pisani avrebbe fatto accompagnare almeno un paio di volte Marco Iorio da alcuni agenti della polizia durante i trasferimenti di denaro. Una circostanza però che non ha finora trovato riscontri.
Sempre gli esposti anonimi hanno spinto gli inquirenti a scavare più a fondo nei rapporti tra gli indagati. In uno di questi veniva anche raccontanto come il funzionario di polizia avesse acquistato una casa nel quartiere collinare del Vomero con soldi in parte ricevuti da Iorio. Diverse informazioni, tutte gravi, ma che in diversi casi per i magistrati non hanno consistenza maggiore di quella di una voce. Riscontrati invece il ritrovamento di refurtiva e l’individuazione dei due responsabili del furto al cognato dell’imprenditore, effettuati da Pisani senza informare la procura. La Questura è stata costretta ad ammettere, non senza imbarazzo, che di quegli atti non c’è traccia.
Interessante per i magistrati è però la vicenda della casa del Vomero. L’ipotesi, scrive il gip Maria Vittoria Foschini nell’ordinanza, è che “Marco Iorio avrebbe dato al dirigente della squadra mobile una parte dei soldi utilizzati per l’acquisto della casa al Vomero, soldi che il proprietario dei ristoranti del quartiere Chiaia avrebbe guadagnato in nero”. “’Parcheggiandoli’ – ipotizza il giudice – in un immobile sicuro al riparo da indagini e intrusione dell’autorità giudiziaria”. Secondo quanto spiegato da Pisani in una nota – che risale al 2009 e risponde all’esposto -, il funzionario precisa di avere acquistato la casa nel dicembre del 2009 dopo averne venduta un’altra che possedeva a San Sebastiano al Vesuvio e di aver contratto un mutuo per la ristrutturazione. Ma per gli inquirenti i conti non tornano: il valore di un immobile in provincia è assai inferiore a quello di una casa nella zona di San Martino, la più panoramica del quartiere Vomero.
Oggi, intanto, sono cominciati gli interrogatori di garanzia. Davanti al gip si sono presentati i tre commercialisti arrestati: Sandra De Caro, Maddalena Plancqueel e Antonio Carpentieri. Domani toccherà ai fratelli Iorio, mentre Vittorio Pisani sarà interrogato lunedì mattina. L’avvocato Rino Nugnes, che lo assiste assieme al collega Vanni Cerino, si dice “certo che tutto sarà chiarito e il dottor Pisani riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti”.