Dopo le indagini della Commissione europea per violazione della normativa antitrust comunitaria, il motore di ricerca americano è di nuovo nel mirino della giustizia: 1plusV ha chiesto i danni per pratiche commerciali scorrette a scapito della concorrenza
Questa volta è il turno della 1plusV, compagnia francese che ha citato il portale chiedendo un risarcimento pari a 295 milioni di euro, la più grossa mai chiesta ai suoi danni in Europa.
Secondo l’azienda francese, che gestisce servizi di ricerca online soprattutto su musica e giustizia, Google avrebbe discriminato, se non addirittura oscurato tra i propri risultati di ricerca, i concorrenti sul mercato. Inoltre avrebbe imposto loro i propri standard tecnologici per i servizi pubblicitari, come quello che permette di far apparire sui siti Internet alcuni avvisi pubblicitari in base alle ricerche fatte dall’utente.
A farne le spese è stato soprattutto il motore di ricerca giuridico eJustice.fr che già l’anno scorso si era opposto a Google, insieme alla britannica Foundem e a Bing, insede europea.
In quel caso si era chiesto a Bruxelles di intervenire per un caso di sospetta violazione della normativa antitrust comunitaria. In seguito alla denuncia, lo scorso febbraio, la Commissione aveva aperto un’inchiesta ufficiale per verificare se le pratiche commerciali di Google fossero in linea con i principi del libero mercato Ue con l’accusa di “abuso di posizione dominante”.
“La Commissione intende condurre un’indagine approfondita su questo caso e in maniera prioritaria”, avevano detto i funzionari della commissione che avevano aggiunto: “Verranno anche verificate le accuse secondo le quali Google imporrebbe clausole d’esclusività ai propri partner pubblicitari proibendo loro di servirsi di certi servizi offerti dai concorrenti”.
L’indagine della Commissione avrà bisogno di almeno due anni per approdare a risultati concreti. Secondo Bruno Guillard, fondatore di 1plusV, la denuncia di questi giorni è la prosecuzione naturale di quanto già segnalato a Bruxeless alcuni mesi fa. “Dal 2007 al 2010 Google ha oscurato almeno 30 nostri motori di ricerca verticali”, accusa Guillard, ricordando che il colosso americano sta affrontando una causa simile anche negli Stati Uniti come confermato la settimana scorsa dalla Federal Trade Commission a Washington.
Al momento Google preferisce non sbilanciarsi. “Abbiamo appena ricevuto l’avviso di denuncia”, fa sapere Al Verney, portavoce dell’azienda in Europa. “Cerchiamo sempre di fare quello che è meglio per i nostri utenti. Questa è la linea guida della nostra compagnia. Non vediamo l’ora di poter far luce su quanto ci viene rimproverato”. Ma l’azienda era stata meno diplomatica in passato, quando aveva definito eJustice.fr (appartenente a 1plusV), “una mera aggregazione di link pescati nel Web”.