L’attività investigativa, durata circa 3 anni, ha permesso di delineare il nuovo assetto del mandamento mafioso di Corleone e delle storiche famiglie che avevano subito durissimi colpi con l’arresto dei capi storici e con il sequestro di numerosi beni, dopo l’operazione Perseo, sempre condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo.
Le investigazioni da subito “hanno dimostrato la forte influenza di Gaetano Riina – dicono gli inquirenti – il quale, benché residente da anni a Mazara del Vallo, forte della sua esperienza e del rapporto di parentela con il capo di Cosa nostra, era la persona con il giusto carisma e ascendente per poter rappresentare degnamente Corleone nel rapporto molte volte complicato con gli altri mandamenti della provincia”. Secondo gli investigatori il mandamento di Corleone, pur decimato dagli arresti di Totò Riina e Bernardo Provenzano “ha mantenuto un ruolo centrale negli equilibri di Cosa nostra”.